Caivano, la Procura di Napoli Nord frena sugli sgomberi al Parco Verde: è festa in chiesa

Troncone, capo dei pm: «Saranno adottati criteri di gradualità»

Caivano, la Procura frena sugli sgomberi: è festa in chiesa
Caivano, la Procura frena sugli sgomberi: è festa in chiesa
di Marco Di Caterino
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 23:00 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 17:55
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Improvvisa è arrivata la speranza per i 419 residenti del Parco Verde, denunciati per occupazione abusiva di ben 254 alloggi e finiti al centro di una ordinanza della Procura di Napoli Nord che prevede lo sgombero entro il 9 marzo prossimo, pena lo sfratto coatto. Dopo giorni di rabbia e una rivolta con blocchi stradali e cortei, dalla stessa Procura diretta da Maria Antonietta Troncone arriva la svolta che tutti auspicavano. In una nota stampa a firma del capo dell’ufficio giudiziario di Napoli Nord, viene precisato che gli sgomberi avverranno secondo criteri di «gradualità e proporzionalità» e inoltre saranno valutate le condizioni personali, economiche e familiari per ogni singola posizione.

A dare la notizia ai residenti del Parco Verde è stato nella tarda mattinata di ieri don Maurizio Patriciello che ha chiamato a raccolta nella parrocchia di San Paolo Apostolo, il suo popolo. «Il 9 marzo non andrete in mezzo alla strada, lo dice la Procura della Repubblica» ha tuonato il parroco. Parole che sono state accolte da un lungo applauso e da lacrime di gioia. Don Maurizio, accanto al quale c’era il capitano della compagnia dei carabinieri Antonio Maria Cavallo, ha spiegato il significato di quei termini burocratici, ricordando le parole del prefetto di Napoli, Michele di Bari, che si era precipitato al Parco Verde rassicurando i presenti che «nessun bambino e nessuna famiglia sarebbe stata scaricata per strada».

La Procura chiarisce che, terminata la notifica dei decreti di sequestro e decorso il termine di trenta giorni concesso per il rilascio degli appartamenti sequestrati, sarà effettuata una preliminare verifica delle unità abitative. In parole più semplici, lo sgombero degli alloggi occupati senza titolo non avverrà automaticamente allo scadere dei trenta giorni ma si svolgerà dopo una serie di verifiche, comprese quelle riguardanti tantissimi residenti che pur occupando illegalmente gli alloggi, hanno pagato negli ultimi anni con regolarità i canoni di affitto, le tasse comunali, oppure hanno avviato le pratiche di regolarizzazione con il Comune, proprietario degli alloggi.

Ora i 419 residenti del Parco Verde saranno impegnati in una frenetica caccia alle ricevute e a tutta la documentazione che potrebbe far pendere l’ago della bilancia a loro favore.

E allora, il giallo del ritrovamento di migliaia di documenti riguardanti la situazione abitativa nel Parco Verde, ritrovati all’esterno del Comune laddove viene depositata la carta per la raccolta differenziata e recuperati da alcuni manifestanti e poi sequestrati da polizia e carabinieri, dovrà essere chiarito. Come le indagini dovranno accertare anche un altro passaggio, quello della residenza che è stata concessa dalle passate amministrazioni anche a chi aveva occupato e ancora occupa illegalmente uno dei 254 alloggi sequestrati. Residenze che hanno consentito al Comune di fare cassa, con le tasse comunali. 

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E nella tormentata storia degli alloggi del Parco Verde, come hanno denunciato molti residenti, c’è la improvvisa chiusura e il fallimento della Igica, società comunale presso la quale i residenti versavano i canoni di locazione. Un ginepraio sul quale in molti aspettano che la magistratura faccia luce. Il sospetto è che la concessione illegale delle residenze avesse come unico scopo quello di formare un serbatoio di voti, poi utilizzati dalla malavita per condizionare le amministrazioni, sciolte infine per infiltrazioni mafiose.

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