Movida a Napoli, l’appello delle mamme: «Salviamo i nostri giovani. Le molestie? Normalità»

Mariottino: vodka e gin per divertirsi, poi le aggressioni

Movida a Napoli
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di Giuliana Covella
Lunedì 18 Marzo 2024, 23:53 - Ultimo agg. 19 Marzo, 13:00
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Feste “a tema” dove si va per sballarsi con fumo, sesso e alcol, ma soprattutto per farsi accettare dagli altri. Non solo da amici o fidanzati, ma da una società che ormai è quella virtuale. Rischiando così di ritrovarsi vittime di molestie, abusi e violenze intese come qualcosa che subiscono contro la loro volontà. I social sono pieni di situazioni a rischio, descritte o che è facile intuire nelle stories: è qui che molte ragazze, spesso minorenni, pubblicano immagini che le ritraggono in pose disinibite e sguardi ammiccanti. Situazioni che in alcuni casi degenerano in incontri che portano a stupri, facilitati dallo stato confusionale della vittima che viene drogata. Come si fa dunque a difendersi da questi pericoli? E da dove nasce questa modalità dei giovani di comunicare la loro ansia di libertà? A spiegarlo è Federica Mariottino, avvocato e presidente dell’associazione 31Salvatutti, che si occupa di disagio giovanile, prevenzione contro le dipendenze da sostanze (alcol e droghe) e da non sostanze (affettive, digitali, ludopatie): «Quello che sta accadendo è l’ennesimo grido di aiuto dei giovani al mondo adulto - dice - Quando partecipano a queste serate mostrandosi con un certo look, vestite e truccate in un certo modo, lo fanno in maniera cosciente. Ecco allora che c’è il rischio che altri possano fraintendere quella forma di libertà e se non c’è alcuna prevenzione accade l’inevitabile».

Sono tante le situazioni di pericolo in cui specialmente le ragazze si trovano, finendo vittime di abusi e violenze a loro insaputa. «Mi arrivano decine di segnalazioni di stories sui social, specie Instagram, dove si vedono ragazzine che ballano seminude, bevono o fumano in discoteca e alla fine vengono circuite da chi versa loro droghe nel bicchiere.

In genere si tratta di giovani tra i 18 e i 24 anni, ma il range è anche più basso». 

Tra le denunce che arrivano all’associazione anche quelle che riguardano la cattiva “abitudine” di mettere le mani addosso alle giovanissime nei locali da parte di ragazzi più grandi: «Si ritrovano pacche sul sedere mentre passano, ma la vivono come uno scherzo e magari ci ridono su senza sapere a cosa potrebbero andare incontro». Il problema è infatti che alle serate dove si balla, «si accompagna l’uso di sostanze psicotrope e alcol in eccesso, oltre a cannabis e pasticche». Per non parlare delle “rooms” dove si organizzano vere e proprie orge, dove può «avvenire anche che chi dovrebbe occuparsi della sicurezza, sbirci in quei camerini lasciandosi andare a commenti e risatine». Come prevenire tutto ciò quindi? «Premesso che questi ragazzi così esprimono una ricerca di identità - spiega ancora Mariottino - tutto parte da quell’eccesso di libertà che noi adulti abbiamo consentito e che ha annullato ogni regola, così è facile perdersi. Ci sono troppi genitori che fanno gli eterni adolescenti, mentre dovrebbe rimanere quel distacco coi figli».

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Per contrastare il fenomeno l’associazione fa molta prevenzione nelle scuole: «Cerchiamo di far capire ai ragazzi che se non si sottopongono alle regole, vanno incontro a reati e talvolta tragedie, come i tanti casi di suicidi di giovanissimi che arrivano a gesti estremi dopo aver subito molestie, ricatti e revenge porn. Ma soprattutto bisogna educarli al rispetto di se stessi e all’autostima, perché tutti hanno la fissa della notorietà e dei followers. Per farlo però serve la presenza costante degli adulti e dei loro stessi coetanei, che facciano da sentinelle in queste serate a rischio».

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