Consip, il procuratore D'Avino accusa: «Il metodo Woodcock a Napoli è una patologia investigativa»

Consip, il procuratore D'Avino accusa: «Il metodo Woodcock a Napoli è una patologia investigativa»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 19 Settembre 2017, 09:41 - Ultimo agg. 11:42
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Il rapporto con il Noe, le indagini di camorra che tracimano in quelle a carico dei colletti bianchi. E ancora: metodi e strumenti invasivi, concepiti per catturare killer o latitanti, che entrano nelle stanze del potere a caccia di qualcosa di simile a un indizio, per rafforzare una ipotesi di corruzione o di turbativa d'asta. A porte chiuse, è soprattutto di questo che si è discusso ieri pomeriggio dinanzi alla prima commissione del Csm, dove si discute della pratica a carico del pm napoletano Henry John Woodcock.

Casi Cpl e Consip, parla il procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, venticinque anni fa giovane sostituto del pool mani pulite della tangentopoli napoletana, oggi a capo della sezione reati contro la pubblica amministrazione.
Ha ripercorso quanto accaduto in questi anni a Napoli, con la gestione di indagini che hanno riguardato politica e colletti bianchi e ha confermato le criticità messe nero su bianco, in una nota indirizzata ai vertici della Procura.
Segnalazioni dell'aggiunto in un clima di isolamento che produsse - è la cronaca di tre anni fa - anche un'assemblea plenaria dei cento e passa pm proprio contro «l'eccessiva gerarchizzazione dell'ufficio», contro la questione dei «visti» messi dagli aggiunti, contro la troppa «burocrazia» presente al Centro direzionale.

Ma andiamo con ordine, a partire dalla posizione di Alfonso D'Avino. In sintesi, l'aggiunto partenopeo ha confermato il contenuto di una nota indirizzata all'ex procuratore Colangelo nell'estate del 2016, quando si trattava di decidere a chi spettasse condurre indagini sulla Consip. È in quella occasione che l'aggiunto puntò l'indice contro la gestione di una inchiesta nata per frenare gli appetiti della camorra sugli appalti del Cardarelli, fino ad approdare nelle stanze della Consip o nel perimetro del potere renziano.

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