Una lotta tra democrazia e autocrazia, tra passato e presente, tra verità e fake news. Ieri i cittadini delle Filippine sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente. Il voto è considerato il più rilevante di tutta l'era moderna perché con ogni probabilità riporterà al potere la potente famiglia Marcos, un cognome ingombrante difficile da dimenticare, ma non per tutti i filippini. Il candidato Ferdinand Marcos Jr, detto Bongbong, già favorito nei sondaggi, e figlio del dittatore deposto nel 1986, si avvia verso una vittoria schiacciante sulla candidata del fronte democratico e progressista Leni Robredo, attuale vicepresidente e unica donna a concorrere per il ruolo di capo di Stato e di governo. Con quasi il 70% dei voti scrutinati, Marcos Jr è in testa con 23 milioni di voti, contro gli 11 di Robredo.
Marcos in campagna elettorale ha fatto appello al senso di unità nazionale per convincere un elettorato diviso e impaurito da 6 anni di pugno di ferro del leader autoritario Duterte.
Forte del sostegno di Duterte, che in un primo momento lo aveva definito un leader debole, Marcos Jr ha fatto coppia con la figlia del presidente uscente, Sara Duterte, candidata alla vicepresidenza, dando vita a un sodalizio politico descritto come un tandem. Anche Sara Duterte proseguirà nel segno lasciato dal padre, ancora molto popolare tra i filippini nonostante la durissima campagna antidroga e le restrizioni imposte per controllare il contagio durante la pandemia. A settembre scorso, la Corte penale internazionale ha avviato un'indagine sulle presunte uccisioni extragiudiziali perpetuate in nome della guerra alla droga voluta da Duterte, su cui pende un'altra indagine nazionale. L'elezione a vice di Sara Duterte ha messo in allarme gli attivisti per i diritti umani, perché potrebbe permettere al padre, ritiratosi dalla politica e impossibilitato dalla Costituzione a candidarsi per un secondo mandato, di continuare a esercitare la propria influenza. Il timore è che la figlia possa agevolare il padre a risolvere i suoi guai giudiziari.