Pd, Leopolda al via a Firenze. Renzi: «Doveroso il biotestamento»

Pd, Leopolda al via a Firenze. Renzi: «Doveroso il biotestamento»
Venerdì 24 Novembre 2017, 21:53 - Ultimo agg. 25 Novembre, 17:45
4 Minuti di Lettura

«Tutti gli anni ci dicono: non ci sarà nessuno, Renzi solo come un cane... e ogni anno vengono migliaia di persone diverse con idee da condividere e progetti da confrontare. Per parlare di politica tra persone diverse ma in libertà». Così Matteo Renzi ha aperto l'ottava edizione della Leopolda. «Dieci anni fa dicevano che la Leopolda sarebbe stata oscurata dalla nascita del partito di... Gianfranco Fini. Sono passati 10 anni e noi siamo ancora qua».

«Stasera cominceremo con la lotta alle fake news e per la verità poi domani avremo circa 90 tavoli e da ogni tavolo vorrei una proposta concreta. Quanto fatto nei Mille giorni, piaccia o no, non ce lo porta via nessuno, l'Italia era in crisi e sta uscendo. Ora basta con il ricordo dei mille giorni, facciamo proposte per il futuro», ha detto Renzi indicando il menu della kermesse e spiegando il senso di L8 come «lotto per».

Poi Renzi ha parlato della questione del biotestamento: «La battaglia sui diritti la facciamo felici e a viso aperto. Non trasformiamo i diritti in scontro tra partiti o in presupposto di coalizione tra partiti. Il Fine vita è doveroso e faremo di tutto per approvarlo. Ma accanto a ciò vogliamo discutere sul ruolo delle badanti, su come possano essere amate le persone malate fino alla fine della vita». Il segretario del Pd ha ribadito quanto detto nel pomeriggio, dopo che sul palco il medico Paolo Vivoli aveva raccontato le sue esperienze di accompagnamento di persone malate di distrofia muscolare o di sla.


Due semplici scrivanie, con lampade accese e computer portatili appoggiati sopra. Un divano con davanti un tavolino basso, da salotto, altri computer. In pratica, una stanza di coworking: spazio simbolo dei giovani di oggi. Così si presenta nella sua serata di inizio il «palco di L8», 8/a edizione della kermesse renziana alla stazione Leopolda di Firenze, che vede alla "regia" il ritorno di Maria Elena Boschi. L'obiettivo, spiega uno dei responsabili della scenografia dell'evento, Roberto Malfatto, è di «evocare il luogo creativo dove i ragazzi si ritrovano a lavorare, a condividere pensieri, sogni, paure».

Che la Leopolda versione 2017 fosse rivolta e dedicata ai giovani Matteo Renzi lo aveva annunciato. Una Leopolda "combattiva" più che di governo come lo sono state le edizioni immediatamente precedenti: prova ne è anche il titolo dell'appuntamento, «In/Contro», gioco di parole che insieme a "L8", "Lotto", suggerisce una kermesse battagliera, dialettica, un ritorno allo "spirito animale" con cui la manifestazione nacque, per volontà di Renzi e dell'allora consigliere regionale lombardo Pippo Civati, nel 2010. A testimoniare la spinta all'indietro verso le origini sono anche i toni delle scritte che sono state appese alle pareti dell'antica stazione. «Cerca sempre qualcosa per cui lottare, non accontentarti mai di qualcosa contro cui lottare», è la citazione dal bad boy della letteratura statunitense Chuck Pahlaniuk; e poi una dichiarazione di intenti, senza firma, che forse è il fil rouge di L8: «non permettiamo ai rimpianti di superare i sogni».

Tutto all'impronta di un piglio stilistico deciso che ricorda da vicino l'aria degli esordi, nell'ormai lontano 2010, quando dietro al palco di stile minimal, appena arredato da una scrivania industriale e una panchina, campeggiava lo slogan 'Prossima fermata: Italià. Certo meno vicino, esteticamente, alle ultime edizioni con il renzismo di governo. Nel 2015, (titolo della kermesse "Terra degli uomini") il palco era affollato di valigie, con alle spalle la proiezione di un'Italia stilizzata, a simboleggiare, nell'insieme, il cammino di un progetto politico pienamente in viaggio.

L'anno successivo per una Leopolda tutta proiettata sulla campagna per il referendum della riforma costituzionale portò un presidenzialissimo podio e una lavagna di legno su cui scrivere le riforme. Poi la battuta d'arresto, con la sconfitta alla consultazione di dicembre. La kermesse resta comunque forte di una liquidità florida: le contribuzioni alla fondazione Open che finanzia tra l'altro la Leopolda sono triplicate, passando dal 2013 al 201 da 672 mila a 1,9 milioni di euro, come racconta un'inchiesta dell'Espresso. Al contrario, quelle incassate dal Pd sono calate dagli 11,6 milioni del 2013 agli 8,1 milioni dell'anno scorso. Intanto, alla Leopolda n.8 sono già 300 i giornalisti accreditati. E l'organizzazione si aspetta un afflusso di pubblico pari almeno a quello dell'edizione passata, circa 26mila presenze.

© RIPRODUZIONE RISERVATA