Renzi: sì a riforme con M5S. Berlusconi? Non dà più le carte

Matteo Renzi
Matteo Renzi
Domenica 30 Novembre 2014, 16:31 - Ultimo agg. 1 Dicembre, 14:30
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Il consenso in calo, il Paese da cambiare, Matteo Salvini che non gli fa paura e le riforme: Matteo Renzi a 'In mezz'ora' affronta tutti i temi caldi sul tavolo.

Il consenso Fa male aver perso 15 punti di consenso? «Se devo essere sincero dico di no, nel senso che è naturale, quando provi a cambiare delle cose ferme da anni, perdere il consenso. "Un politico vero deve avere il coraggio di cambiare il Paese senza stare a guardare i sondaggi».

«Non sono qui per cercare di far contente le persone altrimenti farei come quelli che mi hanno preceduto.

A me interessa rimettere l'Italia in condizione di competere nel mondo e che la gente non perda fiducia nell'Italia», ha detto ancora. «Possono perdere fiducia in me ma l'importante è che chi si alza la mattina per andare a lavorare non pensi 'non ce le faremo mai'».

Le elezioni e Salvini Il risultato in Emilia Romagna è «secondario: abbiamo vinto in 5 regioni su 5. Questo è primario'. Sono dispiaciuto e desolato, (l'astensionismo) è un'occasione persa. Ma è un fatto secondario'», ha ribadito. Poi ancora: «La verità è che Salvini sta facendo una bellissima scommessa per la sua parte, scommette sulla rabbia e la disperazione. Io scommetto sul coraggio».

Il M5S «Non ho paura della Lega e di Salvini o di Beppe Grillo e del movimento 5 stelle: Grillo ha cavalcato la rabbia, noi abbiamo cavalcato la speranza e vinto 40 a 20'», ha aggiunto. «Se i Cinque Stelle sono disponibili a scrivere assieme regole, tutta la vita», ha detto soffermandosi sulla possibilità di interloquire con i 5S su riforme e legge elettorale.

Berlusconi Quanto a Berlusconi «sta al tavolo ma non dà più le carte. Il fatto che sia contro il governo dimostra che l'accordo del Nazareno non è sul governo del Paese».

Italicum «L'Italicum diventerà legge spero con il consenso di Berlusconi, ma per fine anno non ce la facciamo. Entro Natale andrà in Aula, inizierà l'iter in Aula ma non ci sarà il voto finale». L'Italicum prima del presidente della Repubblica? «Non sono in grado ora di dare una risposta perché dipende da quando si dimette il presidente della Repubblica. Sicuramente non si possono tirare i remi in barca sulle riforme perché potrebbe accadere qualcosa su un altro fronte».

Jobs act «Il Jobs Act piaccia o non piaccia è ormai una constatazione della realtà», ha quindi detto Renzi parlando del Jobs Act che sarà votato la prossima settimana in Senato. E sulla manovra: «Ringrazio i parlamentari che oggi sono al lavoro per votare la stabilità».

Il Paese «Abbiamo di fronte un Paese che dà i primi segnali di ripresa, sia pur flebili». Il presidente del Consiglio ha elencato alcuni casi aziendali risolti da Alitalia ad Electrolux con lavoratori che ritornano ad avere un futuro.

Il Pd «Una parte della sinistra immagina che si possa tutti i giorni fare le pulci al governo non rendendosi conto che l'alternativa non è un'altra sinistra - ha detto poi il premier -, ma l'alternativa è una destra con nome e cognome, la destra di Marie Le Pen in Francia».

Genova Il premier si è soffermato anche sull'alluvione che ha colpito il capoluogo ligure. Io a Genova «vado quando sono pronto a consegnare i lavori, non a fare passerelle, è finito il tempo delle passerelle. Non vado perché mi vergogno».

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