L'università di Torino blocca il bando di ricerca con Israele. Il rettore: «Non è antisemitismo». Meloni: «Preoccupante»

L'università di Torino blocca il bando di ricerca con Israele. Il rettore: «Non è antisemitismo». Meloni: «Preoccupante»
di Lorena Loiacono
Giovedì 21 Marzo 2024, 06:23 - Ultimo agg. 13:16
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Non parteciperà al bando per i progetti di ricerca tra Italia e Israele, così l'Università di Torino prende le distanze dal bando Maeci 2024, del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, a causa della guerra a Gaza.
Lo ha deciso il Senato accademico che ha votato a maggioranza, con un voto contrario e due astenuti, una mozione che ritiene non opportuna la partecipazione al bando: prima del voto ne hanno discusso in Aula Magna i senatori e gli studenti del collettivo Cambiare Rotta' e Progetto Palestina', che avevano aperto la questione chiedendo un confronto in ateneo bloccando la seduta. E così il Senato accademico, dopo una lunga discussione, è arrivato alla decisione di votare contro la partecipazione al bando: «La protesta ha conquistato il confronto pubblico in aula magna tra la comunità studentesca e il senato accademico ottenendo il blocco della partecipazione dell'Università di Torino al bando Maeci 2024 - hanno spiegato i militanti di Cambiare Rotta - una vittoria importante che proveremo ad ottenere anche negli altri atenei dei Paese».

LE REAZIONI

La richiesta di boicottare tutte le intese con le università israeliane è stata accolta in parte, con l'approvazione di un documento che di fatto blocca un unico bando, quello pubblicato recentemente dal Maeci. «Nessun boicottaggio - ha spiegato il rettore dell'Università di Torino, Stefano Geuna - e men che meno antisemitismo. È stata un'azione su un bando specifico». L'università di Torino ha precisato infatti che la mozione approvata dal Senato Accademico con la quale «visto il perdurare dello stato di guerra si è ritenuta non opportuna la partecipazione al bando Maeci 2024 Italia-Israele, si riferisce esclusivamente al bando in questione. Pertanto, tutti gli accordi e le collaborazioni in corso con le università israeliane rimangono attivi, nel pieno rispetto dei principi e dei valori di libertà di pensiero e di ricerca dell'Università di Torino». 
Il bando del Maeci serve a finanziare progetti congiunti di ricerca tra Italia e Israele e riguarda le tecnologie per il suolo e per l'acqua, l'ottica di precisione, elettronica e le tecnologie quantistiche. Ma il boicottaggio ha sollevato polemiche e allarmi, sulla questione è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni, alla Camera, durante la replica nel dibattito sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo: «Considero preoccupante che il Senato accademico dell'Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi». La decisione dell'ateneo torinese è arrivata proprio nella Giornata delle Università, sulla questione è intervenuta anche la ministra dell'università e della ricerca, Anna Maria Bernini: «È una decisione che non condivido seppur assunta nell'ambito dell'autonomia propria degli Atenei. È triste che una scelta simile coincida con la prima giornata nazionale delle Università che ha come titolo: "Porte aperte" ed è francamente sconcertante che si possa pensare di chiuderle. Ritengo ogni forma di esclusione o boicottaggio sbagliata ed estranea alla tradizione e alla cultura dei nostri Atenei, da sempre ispirata all'apertura e all'inclusività». Ieri infatti con il debutto dell'iniziativa "Università Svelate" sono rimasti "aperti" 85 atenei, che hanno accolto studenti e famiglie con centinaia di eventi. Compresi quelli dell'università di Torino.

IL CLIMA DI TENSIONE

E oggi all'assemblea della Cui, la Conferenza dei rettori a cui parteciperà anche la ministra Bernini, si parlerà del clima di tensione che dilaga nelle università. In allarme anche l'Unione delle Comunità ebraiche italiane: «Si è superata ogni linea rossa e la preoccupazione per la situazione universitaria dilaga - ha commentato la presidente Noemi Di Segni - per questo facciamo un appello affinché la definizione dell'International Holocaust Remembrance Alliance sull'antisemitismo sia recepita a pieno da tutte le Università italiane. Chiarendo in modo lapidario che ogni forma di boicottaggio e demonizzazione, rappresenta antisemitismo. L'Università italiana non si può piegare alle irruzioni e alle distorsioni».
Sulla stessa linea anche l'Associazione Setteottobre che ha commentato duramente la presa di posizione di Unito: «Decisione gravissima ed inquietante, ci riporta ad un passato lontano che non avremmo mai voluto rivivere - ha dichiarato il presidente Stefano Parisi -. Colpire il mondo dell'università e della ricerca di Israele che è all'avanguardia nel mondo ed impedire la collaborazione con un ateneo importante come quello di Torino, che potrebbe portare ricadute positive per il nostro Paese, è l'ennesima dimostrazione del clima di odio antisemita che dal 7 ottobre sta montando con furia in Italia».
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