Il prefetto di Salerno ai sindaci
«Accogliere gli immigrati»

Il prefetto di Salerno ai sindaci «Accogliere gli immigrati»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 26 Agosto 2016, 08:10 - Ultimo agg. 09:17
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«Rispetto le posizioni di tutti ma spero che i sindaci si rendano disponibili», dice il prefetto di Salerno Salvatore Malfi riferendosi alla lettera che il primo cittadino di Pagani ha spedito al suo ufficio per ribadire come i comuni dell’Agro non possono più accogliere migranti sul proprio territorio. Il prefetto, è chiaro, non scende in polemica con il sindaco («Ognuno ha le sue opinioni») ma ribadisce come sia dovere che «Ognuno faccia la propria parte».

«In questi giorni - spiega - sto portando avanti alcuni incontri informali con vari sindaci per discutere della problematica e vedere di arrivare a scelte condivise contando sul buon senso». Ovvero? «Più allarghiamo la platea dei comuni disposti ad accogliere queste persone e meglio è. Perché non è detto che alcuni debbano fare sforzi e, diciamo così, soffrire mentre altri si voltano dall’altra parte facendo finta di nulla. È bene, quindi, che tutti si rendano conto - continua - che parcellizzando su un territorio ampio queste persone non c’è il minimo disagio. Legittimo, ripeto, prendere alcune posizioni ma la problematica è dell’intero paese e ognuno deve farsene carico». Malfi si dice comunque fiducioso «perché nei vari incontri i sindaci, in generale, capiscono e si rendono conto del problema». In mezzo un lavoro fatto negli ultimi due anni e mezzo in cui si sono registrati a Salerno 15 sbarchi con una media di 900 migranti ognuno. Non tutti, è chiaro, rimasti sul territorio provinciale: «Attualmente ve ne sono circa 2mila e credo siamo riusciti a fare un ottimo lavoro. Grazie - continua - all’impegno di ogni singolo funzionario di questi uffici, a cui va la mia gratitudine, che in questi due anni e mezzo si è speso senza sosta».

Il prefetto intanto ci tiene a ribadire anche come sinora «non c’è stato alcun problema di tensione sociale o episodi di criminalità che hanno coinvolto le persone sbarcate. E, anzi, in molte realtà sono integrati e rappresentano una ricchezza per la comunità». Malfi è in linea con il collega Mario Morcone, capo del dipartimento Immigrazione del Viminale. «Queste persone, in attesa dei documenti o del riconoscimento dello status di richiedente asilo potrebbe - ragiona - lavorare per la collettività. Chiariamoci, senza compenso ma, come potremmo fare io e lei, tramite un’associazione di volontariato. Servirebbe a tenerli occupati e - aggiunge - formare in loro una cultura del lavoro per aiutarli ad integrarsi. Se hanno i requisiti per rimanere in Italia o in un altro paese Ue gli sarà comunque utile in futuro. Senza contare che sarebbe un ottimo segnale per i cittadini di quel territorio». E il prefetto ne avrebbe di idee: «Guardi mi vengono subito in mente gli orti cittadini. Molti di loro sono bravi agricoltori e magari in attesa potrebbero dedicarsi alla cura di prodotti per la terra da destinare alle famiglie indigenti».
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