Sono tornate a Salerno le ceneri di Franco Lettieri, l’ex collaboratore di giustizia freddato lo scorso 16 gennaio ad Ascoli dove risiedeva da anni pur avendo abbandonato il programma di protezione. Con il dissequestro della salma si sono infatti conclusi gli accertamenti autoptici disposti dalla Procura nell’ambito delle indagini dirette a far luce sul delitto in seguito al quale sono finiti in carcere Petre Lambru, un muratore rumeno 57enne e il suo nipote appena 17enne che ha confessato di avere inferto lui le coltellate anche se ha taciuto in merito al movente del delitto.
Le indagini disposte dalla Procura di Ascoli proseguono intanto serratissime ma la scena ricostruita dagli inquirenti si complica facendo ipotizzare la presenza di una terza persona. Prima di morire, infatti, Lettieri chiamò i carabinieri e, proprio quella telefonata, nelle ultime settimane è finita sotto il faro della Procura. Come evidenziato dai legali degli indagati al di sotto della voce di Lettieri si sente qualcuno auspicare la morte dell’ex pentito. La voce registrata nella telefonata non sarebbe però riconducibile a quelle di Petre Lambru e del nipote minorenne, entrambi in carcere accusati di concorso in omicidio volontario: non si avverte infatti l’inflessione dell’est europeo, mentre entrambi gli indagati sono rumeni. Lettieri quella sera, dopo essere stato colpito da cinque fendenti, riuscì ad alzarsi e a trascinarsi in una via adiacente alla strada teatro del delitto.