«Ruggi, timbravo per i colleghi
o per me niente straordinari»

«Ruggi, timbravo per i colleghi o per me niente straordinari»
di Angela Trocini
Sabato 15 Aprile 2017, 07:05 - Ultimo agg. 08:15
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SALERNO - Ha dichiarato di essere stato minacciato dall'allora caposala e costretto a timbrare il badge di quest'ultima: in caso contrario, lei non gli avrebbe riconosciuto gli straordinari. Le dichiarazioni molto gravi del dipendente ospedaliero sono oggetto di querele per calunnia e diffamazione che l'ex caposala del reparto di otoralingoiatria del Ruggi, Carmela Di Paolo, ha presentato nei confronti di Enrico Severino. E così tra i dipendenti dell'azienda ospedaliera universitaria finiti sotto processo per assenteismo, spuntano anche le querele.

L'ex caposala Carmela Di Paolo ha denunciato il dipendente ospedaliero Enrico Severino che, sia nei verbali assunti durante le indagini sia nel procedimento disciplinare, dichiarò di essere stato minacciato dall'allora caposala e costretto a timbrarle il cartellino: in caso contrario, quest'ultima non gli avrebbe riconosciuto gli straordinari. Sulla vicenda, ora, dovrà pronunciarsi martedì prossimo il giudice Vincenzo Pellegrino dopo che l'avvocato Gino Bove (per conto dell'ex caposala) si è opposto alla richiesta di archiviazione del procedimento per calunnia a carico di Severino formulata dal pm Francesco Rotondo. Il dipendente ospedaliero, a parere della difesa della Di Paolo, per discolparsi ha accusato la donna di aver commesso il reato di minaccia. Una vera e propria menzogna, come si legge nell'opposizione alla richiesta di archiviazione, anche perché la «Di Paolo non avrebbe potuto influire o meno sugli straordinari fatti da un dipendente». Ma a carico di Enrico Severino c'è anche un procedimento per diffamazione (scaturito sempre da una querela della Di Paolo) per aver reso le medesime dichiarazioni in una trasmissione televisiva.
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