San Matteo, i portatori scrivono alla Procura: «Processateci subito»

San Matteo, i portatori scrivono alla Procura: «Processateci subito»
Domenica 16 Novembre 2014, 22:57 - Ultimo agg. 17 Novembre, 08:49
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I portatori della statua di San Matteo vogliono essere processati subito. Per difendersi e dimostrare il loro attaccamento alla fede nel solco della legalità. Domenico Alfieri, Raffaele Amoroso e Consolato Esposito, indagati per turbativa di funzione religiosa e vilipendio di un ministro del culto in occasione della processione del santo patrono dello scorso 21 settembre, hanno inviato una lettera alla Procura della Repubblica chiedendo al sostituto procuratore titolare dell’inchiesta Francesca Fittipaldi di celebrare in tempi rapidi il processo per dimostrare al giudice e alla città stessa «il senso del nostro legittimo attaccamento alla fede, sia come cittadini che come portatori della statua di San Matteo, nel solco della piena legalità». Nella lettera Alfieri, Amoroso ed Esposito esprimono stima e rispetto per il lavoro del magistrato e degli organi inquirenti che «hanno ritenuto di muovere nei nostri confronti non solo l’accusa di aver voluto turbare la processione del santo patrono della città di Salerno, ma anche di averlo fatto per motivi che sono del tutto estranei alla nostra educazione e correttezza». Ma il danno di immagine, per l’impatto mediatico provocato dalla vicenda, è molto alto e continua anche per le notizie secondo cui le indagini stanno proseguendo. I tre portatori, difesi dagli avvocati Cecchino e Luigi Cacciatore, hanno deciso di non rilasciare interrogatorio o memorie difensive dopo aver ricevuto il provvedimento di conclusione delle indagini preliminari ma hanno rivolto un’istanza con la quale hanno chiesto di essere processati in tempi rapidi. Al più presto. Tra i venti indagati solo a Consolato Esposito, Raffaele Amoroso e Domenico Alfieri sono contestate le "giravolte" nei luoghi in cui tra il 1996 e il 2002 avvennero tre omicidi di camorra le cui vittime erano legate da rapporti di parentela con Consolato Esposito, vicecapoparanza di San Matteo. Il pm Fittipaldi e il procuratore capo Lembo, nella conclusione indagini notificato all’incirca un mese fa, hanno descritto tre precisi episodi. Le giravolte della statua di San Matteo in piazza Portanova dove nel bar Chiancone fu ucciso Berardino Grimaldi; sul Lungomare di Salerno, nei pressi del chiosco, dove fu ammazzato il fratello Lucio Grimaldi; all’altezza di via Velia, la strada che porta a piazza Portarotese dove in un circoletto di via Vernieri fu ucciso Lucio Esposito. Quest’ultimo padre di Consolato, vice capoparanza di San Matteo.

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