Nell'ultimo giorno del concorso, arrivano i film d'amore. Amori maturi, difficili, storti, che a volte salvano la vita, a volte cancellano almeno i rimpianti. In «Memory» di Michel Franco Jessica Chastain è stata una bambina abusata dal padre e dai compagni di scuola. Ex alcolista, ora fa l'assistente sociale e a una riunione di vecchi studenti ritrova Saul (Peter Sarsgaard), affetto da demenza precoce, e le loro solitudini si intrecciano in un legame inaspettato e potente. In «Hors-saison» di Stéphane Brizé Alba Rohrwacher incontra in un centro termale nel Nord della Francia l'uomo che quindici anni prima l'ha lasciata per una star della tv. Lui è un attore di successo insicuro e pieno di ansie (Guillaume Canet), lei suona il piano e si è rifatta una vita. Ma è difficile, almeno per una notte, resistere al ricordo della passione.
Unica stella di Hollywood presente alla Mostra, un po' italiana grazie al matrimonio con un nobile veneto, Gianluca Passi, Chastain indossa una maglietta nera con la scritta «Sag Aftra on Strike».
Per accompagnare «Hors-saison», Alba Rohrwacher ha lasciato per un giorno il set della quarta serie dell'«Amica geniale», dove interpreta Elena/Lenù da adulta. Dice di essersi innamorata del film di Brizé leggendo il copione in aereo: «Se una sceneggiatura ti fa ridere e piangere allo stesso tempo, se non riesci a trattenerti e vedi che intorno a te gli altri si incuriosiscono, capisci che c'è un ruolo emotivo da abbracciare, qualcosa di coinvolgente». Il regista, reduce da una trilogia militante sul lavoro e la crisi economica, questa volta si è concentrato sui sentimenti («il film corrisponde al mio stato d'animo attuale, cui ha contribuito anche il Covid»). E raccontando di un divo bello e famoso depresso per la paura di sbagliare, analizza anche le fragilità dell'essere attore. «La storia affronta la dicotomia del nostro mestiere, quel mostrare il volto che si interpreta e nascondere il proprio» continua Rohrwacher. «In questo è molto divertente, ma l'aspetto che mi riguarda più da vicino è l'audacia del mio personaggio, la forza di uscire dalla sua zona confortevole e mettere tutto in pericolo, un atteggiamento che mi commuove». La prova più difficile? «Recitare un intero film in francese, ma Brizé mi ha protetta e ho sentito di potermi fidare. Mi sono perduta in lui e nella sua ricerca della verità senza trucchi».