Smau Napoli: alla scoperta delle startup napoletane che rivoluzioneranno la vita d'ufficio

Chiusa la due giorni alla Mostra d'Oltremare

Smau Napoli: alla scoperta delle startup napoletane che rivoluzioneranno la vita d'ufficio
di Emiliano Caliendo
Sabato 17 Dicembre 2022, 14:40
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Si è chiusa la due giorni di Smau Napoli (15 e 16 dicembre) alla Mostra d’Oltremare, evento di riferimento sui temi dell’innovazione che ha fatto da cornice ad incontri e presentazioni per oltre 50 startup del territorio, con l’obiettivo di stringere relazioni con il mondo delle imprese nazionali e internazionali. Parola d’ordine? Innovazione aperta, ovvero la creazione di un rapporto tra start-up innovative e imprese già affermate. Grazie ai cosiddetti «Startup Safari», innovation manager, decision makers e imprenditori campani hanno potuto interfacciarsi con startup attive in diversi settori, tutte presenti tra gli stand della kermesse: dall’agroalimentare all’aerospazio, dal tech al fashion, dalla medicina all’educazione fino all’identità elettronica e alla mobilità intelligente.

Un’occasione di confronto volta a favorire l’inserimento sul mercato di quei «germogli d’impresa capaci di sviluppare soluzioni innovative». Così definisce le startup Pierantonio Macola, presidente di Smau e dal 2007 Amministratore Delegato del salone leader in Italia sui temi legati all’innovazione e all’information technology. «Le start-up – ha detto Macola - sono sostanzialmente una normativa che consente alla conoscenza di uscire dall’ambito accademico e di andare verso l’impresa. Quindi, non tutti si accontentano di studiare. C’è chi vuole trasformare lo studio in fatti, quindi prodotti o servizi e le startup sono proprio questo.

Il nostro compito, assieme alla Regione Campania, è di portare questi attori sul mercato e quindi di fargli incontrare clienti, sia imprese che pubbliche amministrazioni. Le grandi organizzazioni e le grandi imprese a livello europeo hanno mercato, hanno tanti clienti e tanti problemi da risolvere per cui necessitano di innovazione. La startup invece ha innovazione, conoscenza, sa vincere le sfide ma ha bisogno di mercato. Startup e imprese insieme rappresentano quell’opportunità di sviluppo sociale ed economico che in Europa tutti cercano». Parole confermate dai numeri dell’ecosistema delle imprese emergenti in Campania. Infatti, con oltre 1.400 startup innovative che rappresentano quasi il 10% del totale nazionale, la Campania mantiene salda la sua posizione sul podio della classifica delle regioni italiane con il maggior numero di startup, confermandosi un vivaio molto attivo per le nuove idee imprenditoriali. Del resto, proprio la Campania è stata scelta come sede italiana della Apple Developer Academy, del Campus di Novartis e dell’Aerotech Academy e, allo stesso modo, ai piedi del Vesuvio, hanno stabilito la loro sede realtà come Cisco, Deloitte, Accenture e TIM.

A conferma della capacità attrattiva del territorio regionale per tutte quelle aziende nazionali ed internazionali interessate ad entrare in contatto con l’innovazione prodotta e accelerata nella regione più ricca del Sud Italia.

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Non è un caso che Smau sia alla nona edizione nel capoluogo partenopeo: «Il vero cambiamento avviene a livello di mercato. Oggi il nostro mercato di riferimento è l’Europa: imprese e pubbliche amministrazioni per fare innovazione utilizzano i servizi e i prodotti di startup innovative. Questo è un grande cambiamento. La Regione Campania è una protagonista a livello europeo ormai da più di qualche anno. E noi siamo presenti in Campania come Smau Napoli ormai da nove edizioni», ha spiegato Macola.

Tra le giovani imprese presenti, se ne segnalano due in particolare – entrambe “made in Naples” - che hanno sviluppato due prodotti che presto potranno rivoluzionare la vita degli uffici italiani, sia di aziende private che della pubblica amministrazione. La prima si chiama HEU ed offre una piattaforma LegalTech che consente di gestire i documenti legali a 360 gradi: creazione, firma e automazioni in grado di creare e far firmare infiniti documenti partendo da un unico modello, tramite un sistema di placeholder che è possibile far riempire direttamente anche dalla controparte. Il ceo e co-founder della start-up, Luca Visconti, riassume così i vantaggi del servizio messo in vendita da HEU: «Riusciamo a semplificare le operazioni con un risparmio di tempo fino al 90%. I nostri principali clienti sono aziende in forte crescita che hanno necessità di redigere tanti contratti ma anche, per citare qualche esempio, agenzie di marketing, compagnie aeree, studi legali, commercialisti o consulenti del lavoro. In un’ottica di sostenibilità la digitalizzazione consente di risparmiare carta e chiaramente anche energia. Inoltre, da un punto di vista di monitoraggio del lavoro dalla nostra applicazione è possibile monitorare le firme e quindi monitorare i contratti inviati tracciando tutti i processi. Da un punto di vista di semplificazione del lavoro è possibile aiutare le aziende che utilizzano smart-working all’interno dell’azienda offrendo uno strumento digitale ai dipendenti che non sono fisicamente presenti in sede». Praticamente, un’unica piattaforma sulla quale creare, gestire e inviare i documenti aziendali. Un’avventura imprenditoriale quella di HEU, portata avanti da ragazzi tutti napoletani, per la precisione originari del Vomero, nata grazie alla partecipazione ad un programma di accelerazione per startup, iniziato a gennaio di quest’anno e conclusosi a giugno, organizzato da LVenture group e LazioInnova a Roma.

L’altra start-up destinata a facilitare la routine d'ufficio, specie quando si ha la necessità di chiedere delle informazioni a un proprio collega, magari un superiore, è Ellycode. Questa ha sviluppato una piattaforma di Dashboarding e Data Visualization, Elly per l’appunto, basata sull’Intelligenza Artificiale (nuova frontiera dell’hi-tech già da qualche anno) e integrabile con gli strumenti che già si utilizzano normalmente presso la propria azienda. Questa permetterà di accedere a qualsiasi informazione aziendale nel momento in cui serve. Il tutto utilizzando «il linguaggio naturale come strumento d’interazione», afferma Michele Aponte, Chief Tecnology Officer di Ellycode.

«Rispondiamo al problema molto comune di accedere ai dati aziendali in una maniera semplice con un linguaggio non tecnico. Invece di richiedere delle informazioni a qualcuno del proprio organico, queste possono essere chieste a Elly, un assistente virtuale che cattura i dati per voi, permettendo di manipolarli, salvarvi e condividerli con la vostra azienda. Siamo un’azienda che si rivolge principalmente ad altre aziende, quindi business to business. Qualunque azienda abbia l’esigenza di facilitare l’accesso dati può rivolgersi a noi per questo tipo di esigenza», racconta Aponte. Quindi, attraverso l’User eXperience basata sul riconoscimento del linguaggio vocale, senza nessuna preparazione preliminare di report, si potranno richiedere i dati di cui si ha bisogno, manipolandoli fino ad ottenere l’informazione che serve, trasformando il risultato in una rappresentazione grafica che sia di supporto alle decisioni da prendere. Un progetto ambizioso, quello di Ellycode, che si è autofinanziato senza investitori terzi e che esordirà sul mercato a partire dal prossimo mese: «Siamo nati nel 2020 – afferma Michele - e abbiamo deciso per scelta di non rivolgerci a investitori esterni. Facciamo consulenza e formazione nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, con le quali sovvenzioniamo lo sviluppo del nostro prodotto. Siamo in Beta attualmente, usciremo sul mercato il 6 febbraio. Se vi va di provarlo è gratuito per un anno». Un altro sogno imprenditoriale, con base in provincia di Napoli, a Casoria, a dimostrare che oltre la Campania Felix degli antichi latini, nota per le sue terre fertili, sta nascendo una Vesuvius Valley, che nulla ha da invidiare alla ben più pubblicizzata (e finanziata) Silicon Valley californiana.

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