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Non è quello che si aspettava il sindaco Luigi de Magistris, però è utile per guardarsi intorno e sperare di fare ancora più proseliti tra i consiglieri comunali dove i responsabili non sono più un club esclusivo e riservato a quelli di Fi e dintorni. Stiamo parlando del rinvio dell'approvazione del bilancio di previsione dal 31 marzo al 30 aprile inserito nel decreto Sostegni, il primo aiutino firmato Draghi per il Comune. De Magistris sperava di non essere lui ad avere questa incombenza del bilancio. Atteso che le elezioni sono state spostate a ottobre, auspicava che l'approvazione di una manovra gravata da 2,7 miliardi di debiti piovesse sulle spalle del futuro sindaco. Al momento però tutto quello che può fare è sperare di ricomporre una maggioranza in Aula che non ha da un paio di anni, per cercare di far passare un documento ai più indigesto. Tuttavia, la mini-proroga è arrivata grazie all'azione dell'Anci e del deputato del Pd Piero De Luca, figlio del governatore Vincenzo De Luca. E questo significa che in Parlamento a prescindere dai colori politici è sentita la necessità di non mollare a se stessi gli enti locali. Ce ne sono un migliaio in predissesto come Napoli che è la città più inguaiata. Ma in piena pandemia - il ragionamento - far saltare il banco degli enti locali significherebbe licenziamenti e abbassare ancora di più la qualità dei servizi.
De Luca junior - una settimana fa - raccogliendo la richiesta dell'Anci e delle Province prese in carico la questione proroga con una interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
Da oggi e fino alla nuova scadenza de Magistris ha 40 giorni di tempo per mettere assieme una nuova maggioranza che arrivi almeno a 21 consiglieri e formulare un documento economico che non sia esposto agli strali della magistratura contabile. Una nuova maggioranza che relativamente alla questione del bilancio potrebbe vedere il rientro di Gabriele Mundo eletto con de Magistris, poi passato assieme a Carmine Sgambati in Italia Viva. Mundo, uno che non è l'ultimo arrivato nei giochi della politica, ora è in fase di riflessione con il mondo renziano, ed è in cerca di spazio con vista sulle comunali di ottobre. Con lui, sono pronti a essere investiti dello scettro di responsabili i caldoriani per la seconda volta - furono loro a salvare de Magistris nell'ultima manovra di bilancio, quella di dicembre - e altri consiglieri in crisi di identità.
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