Covid a Napoli, ressa e nessun controllo: il rischio viaggia in Metro

Covid a Napoli, ressa e nessun controllo: il rischio viaggia in Metro
A Piscinola l’ingresso viene contingentato ai tornelli, se c’è troppa gente il flusso viene bloccato. Alla stazione di Chiaiano salgono a decine, però...

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A Piscinola l’ingresso viene contingentato ai tornelli, se c’è troppa gente il flusso viene bloccato. Alla stazione di Chiaiano salgono a decine, però fino alla fermata del Rione Alto si viaggia in spazi adeguatamente larghi, da Medaglie d’Oro in poi è assalto ai vagoni perché i controlli ai tornelli sono quello che sono: persone schiacciate le une sulle altre, volti che si sfiorano, respiri che, nonostante le mascherine, si mescolano. I viaggiatori scattano foto con gli smartphone e diffondono messaggi di preoccupazione, i sindacati chiedono protocolli più accorti per i trasportati ma, soprattutto, per i lavoratori, l’azienda però non si scompone, spiega che tutto avviene nel rispetto di ogni singola norma e che non c’è nulla di cui lamentarsi.


Adesso, se non siete abituali viaggiatori della Metro, date uno sguardo alle foto pubblicate qui sopra: in tempi di aumento esponenziale del contagio vi sembra che si tratti di una situazione accettabile?
 
Sulla questione Anm risponde in maniera piccata, una voce autorizzata chiarisce che la capienza, nel rispetto delle norme di legge, in questo momento è fissata all’80% e quello che si vede nelle foto è, appunto, l’80% del massimo dei trasportati. Sulla questione dei controlli, poi, Anm smentisce clamorosamente chi sostiene che non c’è verifica; la voce autorizzata puntualizza che c’è un accurato sistema di controllo, stazione per stazione, che consente all’azienda di sapere sempre qual è il numero di passeggeri a bordo in modo da contingentare gli ingressi stazione per stazione. Proprio quest’ultimo dettaglio è sconcertante, non ci permettiamo di dubitare dell’effettiva esistenza di questo accurato metodo di conteggio dei passeggeri per cui sentiamo il dovere di complimentarci con la bistrattata Anm e di bacchettare i passeggeri: non pensiate che nessuno verifica la capienza dei vagoni, non lamentatevi della calca, un occhio elettronico vi ha contati e ha deciso che siete in numero adatto per rispettare il distanziamento da Coronavirus. A proposito, spiega sempre l’azienda che in un metro quadro possono starci 4,8 persone contemporaneamente, sempre secondo le norme alle quali fanno riferimento in azienda.

In tempi pre-Covid la Metropolitana di Napoli trasportava 150mila persone al giorno che, secondo l’Anm, oggi sarebbero ridotte a sole 50mila. Secondo il sindacato Usb, però, questo dato non è sufficiente a tranquillizzare sull’affollamento «le persone viaggiano addossate le une alle altre e il macchinista non ha nessuna possibilità di controllare anche se, secondo le norme, in caso di affollamento dovrebbe fermare il treno alla stazione più vicina e chiederne lo svuotamento - Adolfo Vallini del sindacato Usb è accorato - Non c’è nessuno che sappia dire quanta gente c’è in un vagone e non esiste la possibilità di controllare in tempo reale chi scende e chi sale a una fermata: insomma, l’affollamento viene gestito solo sulla buona volontà delle persone ma quando c’è fretta perché si corre al lavoro o bisogna raggiungere un appuntamento importante, la buona volontà delle persone va a farsi benedire e si viaggia schiacciati gli uni sugli altri».

Una soluzione all’orizzonte non si percepisce. Anm è barricata dietro le proprie certezze granitiche sull’applicazione delle regole: «Noi mettiamo in atto le normative - spiegano sempre da Anm - un treno pieno al 100% è quello che certe volte si vedeva con le persone accalcate, schiacciate, stipate all’inverosimile. L’80% con 4,8 persone a metro quadro può dare l’impressione di ressa, ma rientra nelle regole ufficiali del Governo sull’emergenza pandemia».
 
Intanto i medici di tutt’Italia chiedono che ci sia maggiore attenzione proprio al mondo dei trasporti. Vallini della Usb si aggancia all’ultima richiesta del direttore dell’ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, che ha chiesto il raddoppio dei trasporti per allontanare le persone e diminuire il rischio contagi: «Qui a Napoli è impossibile raddoppiare le corse, e allora si dimezzi la capienza. La gente comprenderebbe che si tratta di azioni volte alla tutela della salute e non si lamenterebbe. Allo stato attuale, invece, ogni mezzo pubblico della città è un potenziale focolaio».


E a proposito di focolai, continua il braccio di ferro per offrire ai dipendenti Anm maggiori tutele. L’azienda si affida a test rapidi per verificare il possibile contagio dei dipendenti ma quei test hanno fatto cilecca tre giorni fa consentendo a due addetti positivi di continuare liberamente a lavorare e ad avere contatto con gli utenti. 
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Il Mattino