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Stavolta ci siamo sul serio: dal 6 agosto (salvo imprevisti) si potrà utilizzare la stazione Duomo della linea 1 della metropolitana e sarà un’altra stazione dell’Arte. Forse la più bella se si fosse rispettato il progetto originario che prevedeva la realizzazione di una cupola a copertura. Un elemento strutturale particolarissimo realizzato in acciaio corten e vetro. Al momento rinviato per mancanza di risorse. Le ultime prove (ieri sera c’erano i tecnici dell’Ustif del ministero dei Trasporti) si stanno effettuando in questi giorni. Non a caso la metro anche stasera chiuderà prima del previsto (ultima corsa da Piscinola alle 19.18 e da Garibaldi alle 19.44), proprio per consentire la verifica di tutti gli impianti e per la formazione del personale. Chiusura anticipata anche domani e per due giorni la prossima settimana, tutto si concluderà, sempre salvo imprevisti, il 4 agosto.
Venti anni ci sono voluti. Venti anni di lavori. Di un cantiere infinito che a seconda degli scavi imponeva modifiche alla viabilità. Il via libera alla stazione Duomo e la contestuale apertura del cantiere a piazza Nicola Amore lo diede Rosetta Iervolino e si chiude ora con la fine del mandato (il secondo) del sindaco de Magistris. La metro passa già da anni per la fermata Duomo ma non si ferma. Ciò che ha ritardato molto i lavori è stato il ritrovamento nel 2003 a soli 8 metri sotto il livello della piazza di un tempio greco-romano. Il tempio prima o poi sarà visibile anche da fuori la stazione ammesso che la famosa cupola che attualmente è solo un rendering non venga realizzata così come da progetto di Fuksas. Al momento tuttavia è stato recuperato solo metà dell’antico manufatto romano e i lavori continueranno, anche dopo l’apertura al pubblico, per recuperare lo straordinario tempio nella sua interezza.
Dalla superficie si scende fino a 40 metri di profondità dove si trova la fermata dei treni. Tutto è pronto: ascensori, segnaletica, pannelli. Anche se con molta probabilità per il momento si accederà alle banchine attraverso le scale mobili. La stazione progettata come detto dell’archistar Massimiliano Fuksas e dalla moglie Doriana Mandrelli è l’ultima stazione dell’Arte della metropolitana di Napoli, una passeggiata, come l’ha definita lo stesso architetto anni fa, quasi da astronauti.
I costi si aggirano intorno a 60 milioni di euro. In pratica circa il 4 per cento dell’intero budget (3,8 miliardi di euro per la linea 1 e 790 milioni per la linea 6). E i lavori non sono ancora finiti. Già servono risorse per la copertura qualunque cosa si voglia mettere al posto della cupola comunque pubblicizzata proprio dall’Anm, l’azienda di trasporto pubblico locale. Occorrono risorse per il museo a cielo aperto che allo stato attuale non sarà visibile. Tuttavia si apre. Ci dovevano essere in circolazione già i nuovi treni, ma la prova con la commissione tecnica nominata dal ministero dei Trasporti per dare il via libera definitivo non è andata nel migliore dei modi. Una violenta e improvvisa scarica elettrica avrebbe fuso il tetto del treno nuovo della Linea 1 nell’incidente avvenuto la sera del 13 luglio scorso, durante le prove. È questo l’esito delle prime indagini condotte proprio da Anm e riferite due giorni fa in commissione Trasporti presieduta da Aniello Esposito. La responsabile dell’Area Infrastrutture Serena Riccio ha ricostruito le tappe che, dal 2014, hanno portato alla individuazione della CAF. Sono ora al vaglio della società fornitrice i dati della scatola nera, che verranno riportati in una relazione tecnica e valutati dalla commissione ministeriale competente. Se le spiegazioni fornite nella relazione della CAF - ha aggiunto - saranno ritenute congrue, si potrà procedere con le prove sul secondo treno disponibile. Proprio oggi saranno in città i tecnici della società spagnola per verificare cosa sia accaduto. Ma tutto ciò pur essendo di primaria importanza passa in secondo luogo rispetto all’apertura di via Duomo. La dodicesima stazione dell’Arte, la quarta inaugurata dal sindaco de Magistris dopo Toledo, Garibaldi e Municipio.
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