Mentre il sindaco Luigi de Magistris si sfila dall'agone della campagna elettorale - «Cosa farò dopo il mio mandato? Quello che più mi interessa è...
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Una lista che sarà guidata politicamente e non solo anche e soprattutto da Insurgencia, ma che non dovrebbe vedere impegnata in prima persona - per esempio - l'assessora alla Cultura Eleonora De Majo. Un po' perché dovrebbe dimettersi e un altro po' perché non vorrebbe mollare de Magistris dopo 9 anni: «Non siamo politici di professione e non lo diventeremo, per cui il nostro futuro politico è legato alla possibilità di continuare a dare un contributo», ha dichiarato sette giorni fa a Il Mattino la De Majo. Tant'è una settimana dopo si è presentata l'occasione di dare un contributo - come si diceva da esterna - a un nuovo progetto politico non di stampo municipale. In quota Insurgencia ci dovrebbero essere Ivo Poggiani - il presidente della Terza Municipalità che ha eletto la Sanità a suo quartier generale - e Raniero Madonna portavoce dei movimenti. Il resto è tutto in costruzione perché il grosso della lista sarà composto da forze ambientaliste. Il listone degli scontenti del centrosinistra e di De Luca sta verificando se ci sono spazi per eventuali alleanze con il M5S, ma dai grillini arrivano segnali di freddezza malgrado in teoria i pentastellati potrebbero accogliere alleati civici. Se non ci saranno alleanze quelli dei movimenti e della sinistra sono intenzionati ad andare avanti lo stesso e a quel punto Poggiani potrebbe essere il candidato presidente. A metterci la faccia e la firma su questa scommessa elettorale è Rosario Andreozzi capogruppo di demA in consiglio comunale e esponente di Insurgencia: «L'appello a firma della rete dei comitati della terra dei fuochi #StopBiocidio, chiama alla responsabilità il mondo ambientalista, democratico, le forze politiche della sinistra per costruire una lista che metta al centro in particolare le grandi questioni connesse alla salute e all'ambiente, i due grandi disastri della gestione De Luca». Andreozzi fissa l'obiettivo da centrare e racconta ancora: «Penso che questo appello sia ossigeno in un dibattito nato già stantio, che vede in campo gli stessi candidati della scorsa tornata elettorale: una minestra riscaldata che sembra non tenere conto di tutto quello che è successo negli ultimi cinque anni nella nostra regione, in Italia e nel mondo. Sono convinto che lo spazio contro De Luca è grande, che ci sono tantissimi che hanno una coscienza democratica che non andranno mai a votare lo sceriffo del lanciafiamme. È quello spazio che dobbiamo aggredire». Dunque con o senza il sindaco arancioni in campo molti dei quali sotto sotto covano ancora il sogno di convincere il sindaco a scendere in campo e fino al 24 luglio sognare, per i movimenti, non è vietato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino