Ucraina, è gelo tra Manfredi e De Luca: «Più potere ai comuni»

Ucraina, è gelo tra Manfredi e De Luca: «Più potere ai comuni»
Lo dice con il suo tono quasi sussurato il sindaco Gaetano Manfredi, ma l'affondo contro la Regione c'è tutto. «Mi sembra che al momento la complessità...

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Lo dice con il suo tono quasi sussurato il sindaco Gaetano Manfredi, ma l'affondo contro la Regione c'è tutto. «Mi sembra che al momento la complessità del problema non ha una risposta organizzativa che sia confrontabile con i problemi che ci sono e che ci saranno». L'esclusione del Comune dalla cabina di regia per l'accoglienza degli ucraini da parte del governatore Vincenzo De Luca, l'ex rettore non l'ha capita. I dati delle Prefetture e del Viminale danno Napoli - assieme e Milano e Roma - come una delle tre città dove sono attesi almeno 100mila profughi. E che il governatore debba gestire i siti della sua città con il rischio che Napoli paghi dazio a sua insaputa, all'ex rettore non piace. Anzi, sta provando a ribaltare lo schema con due mosse. La prima è l'appello al Governo: «È necessario - dice - che ci sia una chiara linea organizzativa che deve partire dal Governo centrale e vedere insieme i Comuni, le Regioni e le prefetture perché l'accoglienza è un tema complicato». Più chiaro di così Manfredi non poteva esserlo. La seconda mossa è operativa a livello politico e istituzionale. Nella giornata di ieri l'ex rettore - assieme ai primi cittadini di Roma e Milano Roberto Gualtieri e Giuseppe Sala - a dato vita a quella che è una sorta di lega delle tre grandi aree metropolitane del Paese. C'è stato un contatto con il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese sulla questione dell'accoglienza dei profughi. E quello che è venuto fuori è un ragionamento che suona così: «Se dobbiamo accogliere noi i profughi allora i Comuni devono avere poteri e risorse». I sindaci non vogliono rimanere con il cerino in mano. Vale a dire essere in prima linea ad affrontare l'ondata senza strumenti e con regole dettate da altri. Manfredi, Gualtieri e Sala hanno posto la vicenda all'attenzione dell'Anci. E ieri il presidente Antonio Decaro - nella relazione al Consiglio nazionale - ha fatto sentire la sua voce: «Proprio perché siamo sindaci - scrive Decaro - sappiamo che la solidarietà dobbiamo tradurla in fatti. Sia nell'organizzazione degli aiuti a chi fugge dalla guerra, sia nella preparazione di tutto ciò che serve per accogliere le migliaia di ucraini che stanno cercando rifugio in Italia». Spiega il Presidente che «I criteri dell'accoglienza di chi fugge dall'Ucraina sono stati definiti da un'ordinanza della Protezione civile rispetto alla quale avevamo avanzato delle osservazioni che non sono state accolte. Per modificare queste ordinanze è necessaria l'unanimità dei Presidenti di Regione, che non c'è stata. La novità rispetto al sistema che conoscevamo è l'inserimento della figura di coordinamento del Presidente di Regione. Ora ci metteremo a disposizione, però chiediamo regole univoche a livello nazionale». E - incalza il numero uno dell'Anci - «il massimo livello di unità istituzionale e politica fra tutti i livelli di governo». La modifica che aveva chiesto l'Anci è che i sindaci entrassero a pari titolo con i presidenti di Regione nel coordinamento e a Napoli sappiamo come è andata a finire. Oggi alle 12 in piazza Municipio Manfredi parteciperà a una manifestazione a sostegno del popolo ucraino dove ci saranno il Presidente della Camera Roberto Fico e il numero uno del M5S Giuseppe Conte. Occasione per discutere con loro di questa problematica. 

Il dato politico che ne viene fuori è che cambiano i sindaci, ma non l'atteggiamento di De Luca verso Palazzo San Giacomo. Anche per l'emergenza Covid Napoli è rimasta fuori dalla cabina di regia. All'epoca la strategia di De Luca fu quella di addossare le responsabilità all'ex sindaco Luigi de Magistris. Ebbe gioco facile per l'isolamento politico dell'ex pm. Ma con Manfredi la partita è tutta da giocare. Le relazioni del sindaco sono di peso sia con l'esecutivo nazionale - basta pensare al salva Napoli che vale 1,3 miliardi - che a livello politico. Tra De Luca è Manfredi è sceso il gelo appena l'ex rettore ha indossato la fascia tricolore. Si pensi alla composizione della giunta, o ai fondi tagliati al San Carlo. L'ex rettore però non cede alle provocazioni: «Non è tempo di polemiche ma di fatti» dice riguardo al mancato ingresso di Napoli nella cabina di regia. «Avremo decine e decine di migliaia di persone in arrivo, e quindi è necessario un modello organizzativo molto efficace». Il sindaco rintuzza anche sulla ventilata ipotesi di utilizzare la Mostra d'Oltremare come campo profughi: «Li ci sarà solo lo spazio per i beni da spedire in Ucraina. Nella Mostra non possiamo fare degli accampamenti. La Mostra è un luogo espositivo, ci sono contratti firmati e attività che non possono essere pregiudicate». 

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Il Mattino