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Aumentano costantemente, da un mese a questa parte, i casi di Covid in Italia e tutte le regioni transitano nella fascia di rischio moderato. I 6.764 casi di ieri sono il numero più alto dal 28 agosto scorso. Di questo passo è cresciuta l'incidenza per 100 mila abitanti e la media supera la soglia di rischio di 50 attestandosi a 53 mentre l'indice di diffusione Rt ha superato 1 e si fa esponenziale. E così il Nord est del Paese, anche a seguito degli sconsiderati assembramenti senza mascherine, si avvia verso restrizioni da zona gialla con il Friuli che ha raggiunto un'incidenza di 140, il Trentino di 125 (Bolzano a quota 190) e il Veneto di 75. Numeri da inizio di quarta ondata anche in Campania con 66,2 casi di infezione ogni centomila abitanti che ne fanno la quarta regione italiana per incidenza sebbene con dati confortanti riguardo agli ingressi in ospedale e in terapia intensiva (rispettivamente fermi a 7,5 e 2,4 per cento), valori ancora lontani dal 15 e 10 per cento delle soglie di allarme. L'attenzione delle autorità sanitarie regionali è massima. Il governatore Vincenzo De Luca ieri pomeriggio ha convocato d'urgenza i manager di Asl e ospedali e i componenti dell'unità di crisi. Obiettivo spingere sull'acceleratore delle terze dosi.
L'indicazione, ribadita ai manager, è di procedere con i richiami non solo ai fragili per età (over 60, over 80 e ospiti delle Rsa) per patologie (disabili e immunodepressi) e per esposizione lavorativa (il personale sanitario) ma anche a insegnanti, universitari e forze dell'ordine. La linea di discrimine? I 180 giorni trascorsi dal completamento del primo ciclo vaccinale. «Stiamo procedendo con la terza dose - ha confermato De Luca nella consueta diretta Facebook - e lo facciamo con anziani, immunodepressi e fragili ma contestualmente anche col mondo della scuola, forze dell'ordine e personale sanitario. Lo dico perché mi è capitato di sentire di nuovo da parte del commissario di governo per il Covid nominare le fasce di età».
Il riferimento polemico è alla recente circolare firmata dal commissario nazionale Francesco Paolo Figliuolo che dà indicazioni alle Regioni, puntando solo sul criterio anagrafico.
«Quello che vediamo è che i vaccini tengono - spiega Alessandro Perrella, infettivologo del Cardarelli, consulente tecnico dell'unità di crisi - la terza dose è necessaria per tenere bassi gli esiti delle infezioni dopo sei mesi dalle prime due. Ce lo dicono gli studi israeliani, degli Usa e di tutto il mondo e anche i nostri in pubblicazione. Per evitare la quarta ondata tra poco avremo anche farmaci antivirali specifici che più dei monoclonali consentono di sbarrare il passo alla malattia». Mentre noi vacciniamo il virus globalmente ha continuato a circolare nella quota di non vaccinati e migliorato le sue performance: oggi è più capace di infettare e il cambio stagione, i contatti al chiuso anche meno ravvicinati e meno prolungati di prima, espongono all'infezione. «Ciononostante potremo evitare la quarta ondata - aggiunge Perella - proseguendo con le vaccinazioni, continuando a usare le mascherine e impiegando i nuovi farmaci. La mascherina sarà fondamentale fino a quando questa malattia non si estingue. Così la cautela nei rapporti sociali». Intanto in Campania i 722 contagi di ieri, il 3,10% di positivi al tampone, sono il numero più alto dallo scorso 16 maggio, con 7 morti e 343 attualmente positivi in più ma grazie ai vaccini restano stabili le terapie intensive e i ricoveri.
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