Covid, casi in crescita. Verì: «Terza dose, nessun ritardo»

L'assessore Nicoletta Verì
L'assessore Nicoletta Verì
di Alessia Centi Pizzutilli
Mercoledì 10 Novembre 2021, 09:50
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L'AQUILA - Non si arresta la risalita della curva Covid in Abruzzo, dove i nuovi casi sono tornati a superare quota cento. Per far fronte alla quarta ondata la partita si gioca tutta sulla terza dose.

«In Abruzzo non c'è alcun rallentamento nella somministrazione della terza dose», ha tenuto a precisare ieri l'assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì. Il dato certo, stando ai numeri forniti dal commissario all'emergenza Covid, è che l'Abruzzo con il 33,6% di terze dosi somministrate al 9 novembre (43.699) rispetto alla platea vaccinabile in questa fase è indietro sulla media nazionale (38%).

La percentuale secondo l'assessorato alla Sanità sarebbe tuttavia in linea con il dato italiano: il 36%. Il balletto dei numeri nasce da una questione tecnica, ovvero la grandezza della platea di riferimento (immunodepressi, sanitari e over 60). La Regione tiene in considerazione quella effettiva, di cui però non si ha riscontro nei dati forniti dal commissario, che invece tiene conto della platea dei potenzialmente vaccinabili rispetto alle circolari ministeriali.

Per Verì «il dato è inferiore rispetto alla media nazionale perché in Abruzzo la prima fase ha riguardato fasce della popolazione più ampie, che oggi non possono accedere alla prenotazione poiché under 60.

La scorsa primavera, prima dell'introduzione del sistema legato alle classi di età abbiamo consentito la vaccinazione a chi avesse un codice di esenzione per patologia cronica, ai caregiver e ai familiari dei disabili gravi, agli operatori dei servizi scolastici. Gran parte di queste persone ha meno di 60 anni e non può prenotare la terza dose a meno che non rientri nella categoria ultra fragili. A questa platea rilevante, vanno aggiunti gli abruzzesi tra i 60 e gli 80 anni per i quali non sono ancora trascorsi 6 mesi dalla seconda dose».

In Abruzzo gli over 60 hanno completato il ciclo vaccinale primario tra giugno e luglio, in lieve ritardo rispetto alle Regioni che di fatto risultano più avanti anche per le terze dosi, di conseguenza queste persone oggi non possono prenotare il vaccino. «Nelle statistiche - conclude - siamo stati penalizzati da una variabile che incide in negativo: l'alto numero di residenti all'estero che magari si sono vaccinati nei Paesi dove vivono, ma che per l'anagrafe regionale risultano senza neppure una dose». 

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