Gran Sasso, alpinista romano precipita e muore sul Corno Piccolo: è rimasto incastrato in una nicchia. Salvo l'amico che era con lui

Molto difficili le operazioni di recupero

Un alpinista romano morto sul Corno Piccolo, salvo l'amico
Un alpinista romano morto sul Corno Piccolo, salvo l'amico
di Teodora Poeta
Sabato 8 Luglio 2023, 16:51 - Ultimo agg. 9 Luglio, 12:31
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C’era un vento forte ieri quando all’improvviso il primo alpinista della cordata si è staccato dalla parete ed è precipitato. L’amico che lo seguiva è riuscito a rimanere appeso alla sosta mentre Davide Destriere, 52 anni, di Roma, ingegnere delle Poste, ha sbattuto contro la roccia ed è rimasto qualche metro più in basso, incastrato in una nicchia creata dalla natura su quel versante est del Corno Piccolo sul Gran Sasso, nel versante teramano, dove poi è deceduto all’arrivo dei soccorsi.


LE GRIDA
Per ore i due amici alpinisti hanno gridato e chiesto aiuto, Davide con la poca voce che riusciva a tirare fuori dai polmoni, stretti dal dolore dei colpi subiti. Ma il vento ha reso difficile anche poterli sentire. È l’ennesimo, tragico, incidente in montagna a distanza purtroppo di poco più di un mese da quello in cui, nel canale innevato Sivitilli sempre sul Corno Piccolo, ne sono morti due. Quasi illeso è rimasto il compagno di cordata, L.C.D.A., anche lui romano, 57 anni, che ha tentato in tutti i modi di riuscire a salvare l’amico, ma non ce l’ha fatta. Il loro obiettivo, ieri mattina, era riuscire ad arrivare in cima alla via Mirka, una parete del Gran Sasso che richiede una buona esperienza:  per questo erano partiti presto da Roma. Già venerdì sera, infatti, erano arrivati a Prati di Tivo, in provincia di Teramo, per godersi l’arrampicata.


Quando sono stati chiamati i soccorsi, intorno alle 13, si trovavano già al quarto tiro, che significa che avevano quasi completato la via. Cosa sia successo, al momento, è solo ipotizzabile ed è presumibile che sia caduto un appiglio che ha fatto perdere la presa a Davide che in quel momento era il primo e quindi si trovava più in alto.

«Io sono stato chiamato dai soccorsi verso ora di pranzo – racconta Luca Mazzoleni, gestore del rifugio Franchetti che si trova proprio di fronte alla via Mirka - Loro avevano ricevuto una chiamata d’intervento, ma non sapevano ancora bene cosa fosse successo.

Quando sono uscito con il binocolo ho visto che c’erano tre arrampicate, ma oggi (ieri per chi legge, ndr) il vento era molto forte e non si sentivano le urla d’aiuto». È stato lui, che vive lì, sulle vette del Gran Sasso per parecchi mesi dell’anno, a vedere e identificare immediatamente i due compagni in parete e ha dare poi le indicazioni precise per i soccorsi che sono stati lunghi e difficoltosi proprio a causa del vento. «L’elicottero non riusciva ad avvicinarsi – prosegue Mazzoleni - Ho visto anche l’amico che è rimasto appeso passare forse un giubbotto all’altro che gli stava pochi metri più in basso. All’inizio parlava. Era ancora vivo». Ma alla fine non ce l’ha fatta a causa proprio dei politraumi. La sua salma, dopo il recupero avvenuto nel tardo pomeriggio, è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo e su disposizione del magistrato di turno, il pm Davide Rosati, è stata disposta la sola ricognizione cadaverica perché ormai la dinamica dell’incidente o piuttosto la responsabilità sembra chiara.


GLI ACCERTAMENTI
Sono intervenuti anche i carabinieri rocciatori della stazione di Pietracamela e gli esperti del soccorso alpino e speleologico di Teramo, oltre ai sanitari del 118 in elisoccorso partiti dall’Aquila. Davide, che era un grande esperto ed appassionato di montagna, abitava in via Nino Martoglio a Montesacro e lascia una moglie e due figli. Per un’assurda coincidenza era stato amico di Raffaello Toro, la guida alpina 48enne di Spoltore morto insieme al compagno Gianluca Camplone di Pescara lo scorso 27 maggio mentre scendevano in cordata nel canale innevato Sivitilli sempre sul Corno Piccolo a quota 2.500 metri. Un altro percorso, ma con lo stesso destino. Perché la montagna è piena di imprevisti che gli alpinisti mettono sempre in conto.

Un alpinista romano, Davide Destriere 52 anni, è morto sul Corno Piccolo (Gran Sasso). L'uomo è precipitato sulla via Mirka, tratto difficile e molto pericoloso, per esperti della montagna. La chiamata di allarme è arrivata al 118 per due escursionisti che erano in difficoltà lungo la parete del Corno Piccolo. Immediata l'attivazione dei soccorsi coordinata dalla centrale operativa del 118 di Teramo

Ascoltato il compagno di scalata 

In volo si è levato l'elisoccorso dall'Aquila, ma per Destriere non c'è stato nulla da fare: è deceduto. Sul posto sono subito  intervenuti il Soccorso alpino e i carabinieri. I militari in questi minuti stanno sentendo l'altro alpinista, anche lui romano, per capire cosa sia successo in parete. Si tratta dell'ennesima tragedia della montagna. 

L'alpinista, dopo la caduta dall'alto, sarebbe finito in una nicchia di roccia. Il compagno 57enne (L.C.D.A.) lo ha chiamato e lui ha risposto. Per questo è stato predisposto un intervento di salvataggio. Ma quando il romano, che era il primo della cordata, è stato raggiunto era ormai morto.

Purtroppo però, a causa delle forti raffiche di vento, l’elicottero ha fatto scendere in parete un tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico, che ha recuperato l’alpinista illeso, gli altri tecnici invece stanno recuperando e portando giù la salma dell’alpinista deceduto. 

I due amici erano arrivato ieri sera a Prati di Tivo per prepararsi per la  scalata.

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