Dopo quasi due anni di stop è ripartita ieri mattina la seggio-cabinovia che dallo spiazzo dei Prati di Tivo raggiunge la Madonnina, a quota 2007 metri. La vicenda degli impianti della località turistica è emblematica. Liti ai piedi del Gran Sasso tra diverse figure che si sono calpestate i piedi, perdendo di vista l’obiettivo ultimo: il rilancio della location in provincia di Teramo. Già alle 8 di mattina, orario di apertura dell’impianto, alcuni alpinisti erano in fila per godersi la frescura. Il ticket è di 15 euro, ma secondo Marco Finori, l’attuale gestore del Gst ( Gran Sasso Teramano) ce ne vorrebbero «almeno 20 per andare pari con i costi energetici».
Davide e Marika, operai alla Bosh, giungono da Crema «per caso - dicono - è la prima volta per noi, dopo ci recheremo al mare e anche ai laghi, qui è fantastico, peccato per gli hotel che sono fermi agli anni ‘70». Enzo da Teramo e Francesca da Giulianova si sono presi il weekend per salire sulla cabinovia li aspettano «polenta e salsiccia tra le nuvole del rifugio Franchetti, ora raggiungibile in non più di due ore, prima erano tre come minimo». Anche Damiano di Bari, con famiglia, è ai Prati con il passaparola e anche lui gode del panorama mozzafiato, «peccato per gli hotel, questa località potrebbe essere un volano fondamentale per l’economia del posto». Il presidente della provincia Diego Di Bonaventura dice: «Siamo allo switch per i Prati, ci sono diversi imprenditori teramani, di livello nazionale, che stanno investendo negli hotel: l’Amorocchi è già in ricostruzione e il Gran Sasso Tre lo seguirà a breve, in più c’è il Miramonti che è all’asta».
Al bar Prati di Tivo, il proprietario Antonio Riccioni contribuisce alla rinascita acquistando dieci biglietti della cabinovia: «Non possiamo permetterci che vadano in giro biglietti omaggio, già la Gst paga un affitto dei terreni per 10 mila di euro solo quest’estate». Purtroppo per Riccioni pesa la pubblicità negativa di questi anni: «Gli affari vanno bene durante il weekend, ma male durante la settimana; servono più servizi pubblici, dal bagno in poi, fino alle strade e ai parcheggi. Speriamo negli investimenti che stanno per arrivare e che sono mancati negli ultimi anni». Come spiega il commissario liquidatorio Gst, Gabriele Di Natale, si deve ancora versare 1,5 milioni di euro ai creditori, in particolar modo allo Stato. E quindi si punta alla vendita subito, che sia Finori o Persia. La seggio-cabinovia resterà aperta fino al 23 settembre.