25 aprile, l'anatema di don Vitaliano:
«L'ipocrisia di chi difende il fascismo»

25 aprile, l'anatema di don Vitaliano: «L'ipocrisia di chi difende il fascismo»
Mercoledì 22 Aprile 2020, 13:30 - Ultimo agg. 13:41
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«Ogni anno spunta fuori un nuovo motivo per non ricordare la lotta partigiana e la liberazione dal nazifascismo. Ma c'è un'ipocrisia di fondo in chi difende il fascismo facendo finta di non essere più fascista: abbiano piuttosto il coraggio di dire che bisogna cambiare la Costituzione italiana, che è antifascista». Così don Vitaliano Della Sala, parroco di Mercogliano (Avellino), noto per le sue battaglie no global, icona antagonista del G8 di Genova, commentando la proposta di Fratelli d'Italia di trasformare il 25 aprile in giornata del ricordi dei caduti in tutte le guerre e delle vittime del Covid-19.

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«Si trovano queste scuse - spiega don Vitaliano  - per non parlare di lotta partigiana e ci si dimentica che siamo una Repubblica fondata sul lavoro e antifascista. È così, purtroppo per qualcuno. Se fossi di destra uscirei dall'ipocrisia di trovare questo escamotage per non dire come la si pensa veramente». E c'è anche chi ha proposto di sostituire Bella Ciao con la Canzone del Piave: «Bella Ciao non è una canzone di parte, ma rispecchia un sentimento popolare di solidarietà e di desiderio di libertà». Sul flash mob lanciato dall'Anpi, che ha invitato a cantare «Bella Ciao» dal balcone il 25 aprile alle ore 15, don Vitaliano parla di bella iniziativa e, scherzando ma non troppo, aggiunge: «Mi stavo attrezzando per farla risuonare dalle campane della chiesa, ma purtroppo il carillon non è adatto». 

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