Acqua, i sindaci irpini alzano la posta:
obiettivo tutelare l'Alto Calore

Acqua, i sindaci irpini alzano la posta: obiettivo tutelare l'Alto Calore
di Alessandro Calabrese
Martedì 19 Luglio 2022, 08:48
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Salvaguardia dell'Alto Calore, rispetto della quota di approvvigionamento irpina dell'acqua proveniente dalle sorgenti di Cassano, passaggio della gestione della centrale relativa, con i relativi costi energetici, alla Regione Campania e cessione di parte dei ristori derivanti dalla nuova intesa con Aqp alla stessa partecipata di corso Europa per l'attività di manutenzione svolta finora.

Sarebbero queste, in sintesi, le condizioni minime necessarie per accettare la divisione del distretto idrico Calore Irpino nei due ambiti provinciali di Avellino e Benevento che saranno messe nere su bianco su un documento politico presto all'esame dei componenti irpini del Consiglio convocato per domani a Napoli dal presidente Francesco Damiano.

Si tratta di una serie di garanzie che, oltre all'Eic, chiamano in ballo direttamente l'ente di Palazzo Santa Lucia. Unica istituzione che può davvero assicurare il rispetto di determinate tutele.

La tardiva diffusione dell'atto operativo tra gli amministratori interessati, però, rischia di far rinviare l'assise in programma presso l'Ente idrico campano, per consentire a tutti di arrivare all'appuntamento preparati e convintamente coesi rispetto all'oggetto del contendere. Del resto una decisione così importante merita una riflessione che possa contare sui giusti tempi di maturazione, rispetto alla modifica apportata a febbraio dalla giunta De Luca alla legge regionale 175 del 2016 per quanto attiene alla ridefinizione del perimetro territoriale degli ambiti campani.

Di fronte ad una nuova strutturazione dell'organizzazione del servizio e alla sfida per la gestione del sistema idrico integrato, dunque, l'Irpinia chiede una sorta di contropartita, maturata dal confronto di qualche giorno fa tra i segretari provinciali di Pd e Italia Viva, il consigliere regionale Maurizio Petracca, e alcuni sindaci con l'amministratore unico dell'Alto Calore, Michelangelo Ciarcia. Una forma di tutela passata poi per la proposta dello stesso membro del parlamentino del Centro Direzionale in quota Pd e una prima analisi dei riferimenti dei renziani, Beniamino Palmieri, e dei festiani, come Ottaviano Vistocco. In pratica i tre gruppi politici irpini che compongono il Consiglio del distretto idrico Calore Irpino. Una convergenza basata sulle precondizioni da garantire da parte dell'Eic e della Regione, senza le quali si metterebbero a rischio gli obiettivi del territorio e dello stesso Alto Calore.
Da questo ragionamento discendono i punti salienti senza l'ok ai quali i 18 consiglieri della provincia di Avellino potrebbero mettere il veto alla scissione. In primis garantire che le risorse idriche di Cassano Irpino restino destinate principalmente alla fornitura di acqua della provincia di Avellino, la cui attuale dotazione è di circa 1.200 litri al secondo, e non si riducano per alimentare il Sannio che possiede risorse proprie. Richiesta che sarebbe collegata al trasferimento diretto alla Regione Campania della gestione della centrale di sollevamento situata nel centro altirpino, principale fonte per Irpinia, buona parte del beneventano e della Puglia.

Sempre rispetto al cuore del sistema acquedottistico, poi, si punterebbe a far ottenere all'Alto Calore una parte dei ristori in fase di quantificazione che la Regione Puglia dovrà erogare per lo sfruttamento dell'acqua prelevata, vista l'attività di manutenzione delle opere ricadenti nell'invaso dal quale deriva il gruppo sorgentizio di Cassano Irpino svolta negli ultimi 50 anni. Tra le richieste, inoltre, anche quella di lasciare inalterata la quantità di acqua distribuita ai comuni beneventani che dovrà essere adeguatamente remunerata, attraverso la fissazione di una tariffa comprensiva di tutti i costi sopportati dal territorio irpino.

Ultima istanza, ma non in ordine d'importanza, è la questione relativa all'affidamento all'Alto Calore del servizio idrico integrato da parte dell'Eic. Passaggio da garantire sopra ogni altra cosa in quanto rappresenta un fattore fondamentale per la continuità dell'erogazione dell'acqua per gli utenti irpini e la sopravvivenza della spa. D'altronde, senza questa assicurazione la divisione dell'ambito diventerebbe praticamente inaccettabile per la provincia di Avellino che non ne trarrebbe alcun vantaggio.

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