Atripalda e il jackpot Superenalotto: «Ora i turisti nella città della fortuna»

Dopo il colpaccio di sei premi milionari il sindaco punta sul boom di visitatori

La ricevitoria della fortuna
La ricevitoria della fortuna
di Gianni Colucci
Venerdì 17 Febbraio 2023, 23:50 - Ultimo agg. 18 Febbraio, 15:57
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Inviato ad Atripalda

Nel pacchetto turistico che da tempo il sindaco di Atripalda propone ai tour operator, da oggi c’è anche il bar Paradiso di Stelle. Entra nel tour il bar ricevitoria del jackpot che ha regalato più di 24 milioni (meno 20 per cento di tassa sulla fortuna: 3,3 milioni a quota). Da ieri il bar si visita come il palinsesto archeologico romano di Abellinum (necropoli e anfiteatro ancora da scavare), la dogana dei grani e il museo del vino Mastroberardino.
«Ci sbattiamo tanto per far conoscere il nostro territorio grazie ad arte ed enogastronomia - dice il sindaco Paolo Spagnuolo – e poi il jackpot ci porta sulla bocca di tutt’Italia. Mi auguro che qualcuno dei fortunati lasci una donazione per le scuole della nostra città».

Festeggia il sindaco con Mario e Armando Coppola, titolari della ricevitoria, e brinda di primo mattino senza timori («Non ho vinto io: rimarrò sindaco, ditelo ai colleghi della minoranza», dice scherzando).

Mentre una fiumana di persone attratte dalla curiosità e da una strana forma di scaramanzia gioca lì dove sono stati venduti i biglietti che hanno fruttato milioni di euro.

«In realtà anche nel 2018 facemmo felici due scommettitori che vinsero due quote da un milione e centomila euro: avevano speso sette euro», dice Coppola. Che poi si avventura in una dissertazione ideologico-politica: «Giocare cinque euro e vincere questa bella cifra, distribuire con il sistema della caratura speciale 90 quote in tutt’Italia è un bell’esercizio di democrazia e di diffusione della ricchezza. Tutti si possono avvicinare in questo modo ad un sogno e anche conquistarlo con poche risorse economiche». Coppola aveva scelto quella caratura dalla bacheca dei sistemi della Sisal un po’ per assonanza con il nome del suo bar, si chiamava «una buona stella», poi è stato tutto merito della sorte. «Di solito si comprano quote di carature diverse, difficile che uno scommettitore ne abbia due in tasca», spiega. 

L’altra sera le sontuose vincite sono arrivate equanimemente a Codroipo, in provincia di Udine (cinque quote), in Friuli Venezia Giulia con nove quote (così come Sicilia e Calabria), a vincitori sconosciuti. Sono noti, invece, almeno al titolare del bar che ha venduto i biglietti, due dei 5 neo milionari di Montecassiano (Macerata): «Sono passati a ringraziarci e a festeggiare. Giovani lavoratori con famiglia: il premio è finito nel posto giusto». Vincite anche a Città di Castello, in Umbria, Pescara e, sempre in Abruzzo, Penne («Qui da noi si vince spesso, non a caso mi chiamano il mago», dice il titolare del bar di Penne). A Messina vincita al bar Maracanà, a Genova nel quartiere popolare del Lagaccio. Cinque milionari in Emilia-Romagna: a Cattolica, Bazzano, Vergato, Carpi e Fabbrico. A Termini Imerese, in provincia di Palermo, caccia ai giocatori che hanno centrato 3 quote. Anche ad Atripalda, allungata sul fiume Sabato, tra i vigneti e una fabbrica di motori Stellantis, che annovera e celebrità più che austere come il costituzionalista Sabino Cassese o il banchiere Pellegrino Capaldo, caccia è ai sei uomini d’oro.

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Coppola riflette: «Il calcolo delle probabilità dice che almeno uno è di Atripalda, ma noi siamo sullo svincolo per Napoli e Salerno, questa è Porta Puglia, un luogo di passaggio: camionisti, agenti di commercio; i fuori sede sono la nostra clientela».

Davanti al bar con poco parcheggio, la doppia fila è d’obbligo e qualcuno passa dall’altra parte della strada a sbirciare nelle vetrine, c’è un cinese e un negozio d’abbigliamento che attraggono molti clienti, poi una macelleria. «Io so chi è il fortunato», azzarda un commesso azzimato. Il garzone del macellaio insinua: «Io quello lì lo vedo sempre con la schedina in mano», ma non si sa se sia serio o faceto. Il cinese con la lanterna rossa all’ingresso fa finta di non capire. 

Il Superenalotto porta bene all’Irpinia. Indimenticabile la vincita del 2008 ad Ospedaletto d’Alpinolo: 33 milioni se li divisero in trenta. Nel paesino di mille anime il romanzo popolare dei fortunati era di dominio pubblico. Accanto all’ufficio postale apri una piccola banca. Finì con il taglieggiamento dalla malavita locale (ci fu un’inchiesta e degli arresti), con qualcuno che bruciò la vincita subito e qualcun’altro che capitalizzò nell’azienda di famiglia. Per i giudiziosi atripaldesi, questo è il tempo del silenzio. 

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