Migranti verso l'Irpinia, trenta arrivi al giorno

Il viceprefetto Gamerra: «Priorità a chi è appena sbarcato in Italia»

Migranti in arrivo anche in Irpinia
Migranti in arrivo anche in Irpinia
di Rossella Fierro
Domenica 24 Settembre 2023, 10:38
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Dagli sbarchi di Lampedusa all'Irpinia: i massicci arrivi di queste ore trasformano ovunque l'accoglienza migranti in un'emergenza. Stando ai dati della Prefettura, la media di richiedenti asilo che arrivano sul territorio oscilla tra le venti e le trenta persone al giorno, da dislocare nei venti centri di accoglienza straordinaria che mettono a disposizione circa trenta strutture in vari comuni della provincia. Poche per far fronte ai flussi attuali e a quelli previsti nelle prossime settimane.

A dare una mano nell'accoglienza anche il mondo del volontariato. Realtà come la Caritas diocesana, associazioni come l'Arci, fanno quello che possono per mettere a disposizione posti letto o servizi a favore dei migranti che devono intraprendere il difficile percorso burocratico per presentare domanda di asilo. Volontariato che spesso si ritrova di fronte a situazioni di non facile risoluzione. Come il caso di un ragazzo, B.U. le sue iniziali, cittadino del Bangladesh in cerca di un tetto dove dormire. L'Arci Avellino, presieduta da Stefano Iannillo, consegna ad una nota stampa la sua storia: «si tratta di un richiedente protezione internazionale e senza fissa dimora che per tre volte è stato respinto dalla Prefettura di Avellino e rinviato a rivolgersi alle associazioni del territorio per poter essere accolto.

Lo status di richiedente asilo gli impedisce per il momento di lavorare, ma gli garantisce il diritto ad una soluzione alloggiativa. Nonostante ciò, B.U. è in strada, in attesa che una commissione si esprima sul suo diritto d'asilo e l'istituzione preposta non riesce ad accoglierlo. Siamo certi che non sia l'unico».

L'Arci denuncia come il trattamento per i migranti provenienti via terra sia diverso rispetto a quello riservato a chi arriva via mare: «la pratica di "congelare" i posti in accoglienza a favore solo di una parte di richiedenti asilo, diffusa in molte città italiane, è discriminatoria perché nega irragionevolmente un diritto fondamentale a taluni, garantendolo ad altri nella medesima condizione». Decisioni che ricadono, questa l'accusa dell'associazione, anche sul mondo del volontariato: «di fatto si impone alle organizzazioni sociali sul territorio l'onere di farsi carico dell'accoglienza di queste persone che, senza alcuna colpa, vengono lasciate in strada senza i mezzi per sopravvivere. Le strutture caritatevoli o le reti informali ad oggi sono al collasso e non hanno alcun modo di accogliere, sfamare e riparare le persone che ne hanno bisogno abbandonate ad un destino di degrado sociale. Il protrarsi di questo immobilismo e l'imminente inverno alle porte rappresentano un ulteriore passo in avanti verso una pericolosa crisi umanitaria e sociale. Questo è il frutto della scelta politica contenuta nel decreto Cutro che di fatto impedisce ai richiedenti asilo di accedere all'accoglienza nei Sai. Scelta che mortifica il diritto all'accoglienza, aggrava i costi di gestione per lo Stato ed è inidonea a generare la necessaria ed auspicata integrazione».

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A fare chiarezza sul singolo caso e a raccontare il lavoro generale svolto sull'accoglienza migranti è il viceprefetto, Rosanna Gamerra: «le difficoltà attuali sono sotto gli occhi di tutti. Ci sono sbarchi continui a Lampedusa, a Porto Empedocle, a Trapani, in Calabria. Secondo le indicazioni del Ministero dell'Interno la priorità di ogni Prefettura italiana deve essere quella di dare accoglienza a coloro che stanno sbarcando in questi giorni perché non sanno dove andare. Quando, come nel caso in questione, si presentano persone spontaneamente che non si sa da dove arrivano, che percorso hanno fatto prima, noi non possiamo prenderle in carico. Le strutture sono sature, oltre i numeri consentiti tanto che stiamo chiedendo all'Asl di verificare, lì dove possibile, la possibilità di ampliarne la capienza. Ogni giorno i nostri uffici registrano tra i 20 e i 30 arrivi. I Cas sono pieni e senza possibilità di turn over perché gli arrivi sono quotidiani, per questo contiamo anche sull'aiuto dei servizi sociali presenti sul territorio e del mondo del volontariato perché siamo di fronte ad una fase assolutamente straordinaria dei flussi migratori».
 

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