Campo largo ad Avellino, pesano le assenze D'Amelio e De Luca

Tra i democrat lo spauracchio commissariamento come avvenuto a livello regionale e a Caserta

L'evento di venerdì
L'evento di venerdì
di Gianni Colucci
Lunedì 12 Giugno 2023, 09:11
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«Siamo un partito, non un movimento». La fragorosa assenza al tavolo del centro sinistra dei vecchi leader del Pd locale, da De Luca a D'Amelio, la dice lunga sul clima che regna nel partito in città.

Oggi (ore 10 al polo giovani) sarà Enzo De Luca a dire la sua su un progetto che dovrebbe unificare il centrosinistra contro Festa. Ma si racconta del vecchio senatore imbufalito e dell'ex presidente del consiglio regionale che punta all'Aventino, mentre c'è un Petracca in imbarazzata attesa degli sviluppi.
C'è più di un ma su un accordo che alcuni all'interno del Pd immaginano troppo bello per essere vero, e altri troppo finto perché scritto a tavolino. Verso la sua materiale realizzazione c'è un mare tempestoso da attraversare. Ad avanzare i principali distinguo quelli che nel partito guardano all'operazione con interesse ma dicono che manca un tassello. Anzi più di un tassello. Innanzitutto il passaggio assembleare che fino a oggi distingue un partito da un movimento.

È quel che a Pizza è mancato. Il segretario Pd spesso si è trovato da solo a procedere sul percorso che non sempre è andato dove avrebbe voluto. Per esempio in tema di rifiuti. Mentre sul campo largo circoli e iscritti in generale non sono stati mai sondati. Per cui dai fedelissimi del governatore, tra cui Enzo De Luca e Rosetta D'Amelio, cominciano ad arrivare i primi distinguo.
«Fino a prova contraria qui ha vinto Bonaccini», fanno sapere.

E se non in termini di opposizione al progetto di centrosinistra, quanto sulla modalità con cui si sta procedendo su questa strada i bonacciniani vogliono contare. Scotta ancora la procedura con la quale la Schlein sta andando avanti sul commissariamento regionale del partito. E nessuno vuole che si arrivi ad un commissariamento-ombra anche sui territori, sul modello di quanto accaduto con Misiani in Campania e la Camusso a Caserta.

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Proprio il caso De Luca Junior, invece, parla di una nuova stagione che surrettiziamente avanza. Mettendo in parentesi i passaggi assembleari, si costruisce una organizzazione dall'alto che trova in provincia di Avellino una sua concreta attuazione con l'accordo di centrosinistra allargato.
Cosa ne pensi la base non è chiaro, e se lo chiedono appunto la D'Amelio e De Luca. Nei giorni scorsi un primo segnale è venuto sulla nomina di un segretario di circolo a Serino, imposto dall'alto secondo quelli che si sono rivolti al tribunale. Mentre latita un'iniziativa del segretario provinciale Pizza e manca una parola chiara dello stesso consigliere regionale Petracca, plenipotenziario di De Luca.

In campo c'è anche un ulteriore protagonista in queste ore, quel Toni Ricciardi, deputato tenuto fuori dalla dialettica politica locale con la scusa che è stato eletto degli italiani all'estero, il quale invece rivendica per sé un ruolo preciso.

Anche in funzione degli anni di militanza negli organismi locali e di attività amministrativa come consigliere comunale. La sua recente nomina a vice capogruppo alla Camera dei Deputati, invece, aumenta il suo specifico e la sua autonomia di manovra anche sui territori. Di fronte a questi scenari dunque si apre uno spazio nuovo di analisi proprio all'interno del Pd che potrebbe rallentare il processo unitario di costituzione di un fronte di centro-sinistra allargato.

«Il rischio è che questa strada possa essere facilmente messa in crisi da una quota di iscritti attualmente silente che nell'urna potrebbe giocare un brutto tiro al rassemblement che si sta costituendo», dice un vecchio militante. L'appello all'ascolto che fanno De Luca e D'Amelio, è un grido d'allarme da non sottovalutare.

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