Si facevano consegnare interessi usurai del 10 per cento fino ad arrivare al 15 per cento mensili in alcuni casi. In caso di ritardi nei pagamenti scattava anche una penale, pari a circa duemila euro, applicata dai quattro usurai finiti alla sbarra degli imputati. Il gip del tribunale di Avellino, Marcello Rotondi ha condannato a due anni di reclusione, pena sospesa, Gerardo Picariello, al termine del rito abbreviato. Il pubblico ministero, Vincenzo Toscano aveva chiesto due anni e otto mesi di reclusione. Mentre i legali di Gaetano Rinaldi di Montoro e Michele Crescenzo di Sarno hanno avanzato richiesta di patteggiamento. Stamane il pubblico ministero Toscano ha già espresso il suo parere favorevole.
Per Rinaldi è stata chiesta una pena concordata a tre anni e otto mesi di reclusione e per Crescenzo a due anni di reclusione, pena sospesa. Rito ordinario per Nicola Guarriello di Avellino, rinviato a giudizio. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Nello Pizza, Sabatino Fusco, Gaetano Aufiero e Marino Capone. Mentre, alcune delle vittime costituitesi parte civile, sono rappresentate dall'avvocato Francesco Pecchia. I quattro presunti usurai - stando all'impianto accusatorio - avrebbero costretto un imprenditore di Avellino a farsi consegnare a titolo di interessi anche il 12% della somma inizialmente prestata approfittando dello stato di bisogno economico della vittima.
Nel giro di usura sarebbe finito anche il titolare di una braceria di via Nazionale Torrette di Mercogliano.
Il giro di usura fu scoperto grazie ad un'indagine dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino. Stando alle indagini svolte dai militari dell'Arma gli episodi violenti sarebbero andati aventi per circa due anni, dal 2018 al 2020. A porvi fine la denuncia di una delle vittime che fece scattare anche le misure eseguite dai carabinieri. Indagini che portarono alla luce vicende drammatiche. Una delle vittime a fronte di un prestito iniziale di 30mila euro da restituire in tre tranche da 10mila - con interessi usurari del 15% mensile - fu costretta a consegnare da marzo a luglio del 2019, 9.500 euro tutti e solo a titolo di interessi maturati. In particolare Gaetano Rinaldi e Michele Crescenzo, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso avrebbero stando alla pubblica accusa attuato con plurime e gravi minacce, consistite nel paventare mali futuri alla vittima preteso la restituzione delle somme di denaro e gli interessi pattuiti.
Nel maggio del 2020 a Montoro un imprenditore fu anche picchiato brutalmente. Fu colpito con pugno in pieno volto sferrato da Gaetano Rinaldi. Botte accompagnate dalle minacce di aggredire anche l'anziano padre.