Momenti di preoccupazione per lo stato di salute di Pippo, il meticcio conosciuto e amato dagli avellinesi che a marzo di quest’anno ha ufficialmente ottenuto dal Comune lo status di cane di quartiere, rappresentando il primo caso in città. Sottoposto prontamente a una visita veterinaria, il verdetto dei medici è stato chiaro. Il cane, cioè, è in forte sovrappeso e bisogna evitare che assuma cibo in eccesso, oltre a quello razionato che gli viene portato ogni giorno da chi ha il compito di accudirlo. A notare il suo malessere, infatti, sono state le volontarie dell’associazione Anpana Onlus Avellino. Sono proprio loro a prendersi cura quotidianamente dell’animale, che così può vivere liberamente tra le strade principali del centro.
Già altre volte l’evidente sovrappeso di Pippo aveva fatto preoccupare i residenti della zona, ma in questa occasione ad allertare le volontarie dell’associazione è stato l’anomalo gonfiore del ventre del cane.
Per questo motivo sulle pagine social del Comune di Avellino è stato diffuso un accorato appello ai cittadini. «Per la sua salute e il suo bene - si legge - è assolutamente necessario che Pippo non mangi altro rispetto a quello che già gli viene assicurato ogni giorno. È importante che gli avellinesi, che amano vederlo scorrazzare per il Corso libero e felice, se ne ricordino». E si sottolinea: «Al goloso cucciolone non serve altro che il vostro amore».
Un messaggio, questo, che in poco tempo ha ottenuto un gran numero di reazioni e di condivisioni, a dimostrazione di quanto il cane di quartiere sia benvoluto, tanto da essere diventato una vera e propria mascotte per il capoluogo irpino. E tra i commenti arriva anche chi mette in evidenza una delle possibili cause dell’alimentazione sregolata ed eccessiva dell’animale. «Il problema - suggerisce un utente - è legato anche al fatto che qualcuno che consuma cibo in strada poi non butta gli avanzi negli appositi cestini. E Pippo - come effettivamente è noto a chi conosce il simpatico quattrozampe - di certo non si fa pregare». L’invito, perciò, è alla responsabilità individuale.
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