Avellino, il parroco contro il vescovo:
​«Niente pensione, non farò il nonno»

Avellino, il parroco contro il vescovo: «Niente pensione, non farò il nonno»
di Barbara Ciarcia
Venerdì 11 Ottobre 2019, 07:40 - Ultimo agg. 10:44
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AVELLINO. Don Ciriaco Rabattino Vozella, settantotto anni, da cinquanta è parroco del suo borgo natale, Sant'Angelo all'Esca, un paese irpino del Medio Calore svuotato dall'emigrazione passata e recente. Per far fronte al calo demografico che affligge anche la piccola comunità irpina qualche anno fa il reverendo adottò una numerosa famiglia bosniaca di etnia rom, in fuga dal conflitto balcanico. Si attirò polemiche e inimicizie ma non si fece intimorire.
Il coraggio delle scelte lo ha da sempre distinto. Anche adesso. Il vescovo di Avellino, Arturo Aiello, gli ha chiesto di lasciare la parrocchia che guida e amministra da mezzo secolo e lui ha detto categoricamente no. «Non ho alcuna intenzione di fare il «nonno» come vorrebbe il vescovo - ha esclamato con tono stizzito il prete con la passione per la comunicazione (ha fondato anni fa il giornalino «La voce del paese»). Andrò via solo se me lo chiederà Papa Francesco. Obbedisco a lui e al Vangelo».

 

NEGOZIATO
Discorso chiuso per don Ciriaco ma negoziato aperto per la Curia avellinese. La buona volontà batte la terza età. «Sono lucido e ancora in forze per fare il parroco - ha aggiunto sempre don Vozella - non capisco perché mai dovrei smettere di farlo».
Famoso nel circondario per le arringhe politiche in favore dell'accoglienza dei migranti, per aver dato ospitalità a un divorziato disoccupato nel camposanto alle porte del paese, e ancora per la querelle con il compianto sindaco di Sant'Angelo all'Esca, Nicolino Penta, per le campane che suonavano a distesa a ogni ora del giorno, don Ciriaco si è reso adesso protagonista del singolare atto di disobbedienza: «Se un parroco compie atti impuri e scandalosi o se ha seri problemi di salute fisica e mentale allora sì che va allontanato dall'incarico - ha affermato - Io, grazie al cielo, sto bene e mi sento di servire ancora la mia comunità».
Intanto don Ciriaco per allentare la tensione ha scelto di battere in ritirata, ma solo spirituale. Per qualche giorno si è allora concesso una sacra pausa di riflessione a Monte Sant'Angelo sul Gargano.
«Affido il mio caso a San Michele di cui sono profondamente devoto - ha esclamato il parroco 78enne di Sant'Angelo all'Esca - Qui è iniziata la mia vocazione, e qui trovo ogni risposta ai miei dubbi umani».
LA LETTERA
Solo un dubbio ad oggi non lo ha mai assalito, quello di stare lontano dalla sacrestia. Qualche ora prima il vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello, ha inviato il vicario a casa di don Ciriaco proprio per trovare una soluzione. Per il parroco è stata una sorpresa indigesta.
«Aspettano che io consegni la lettera di dimissioni, invece, non ci penso per niente». In attesa che la querelle trovi risoluzione, il suo appello a restare ancora alla guida della parrocchia santangiolese è approdato pure su Rai1 a La vita in diretta, condotta da Alberto Matano e Lorella Cuccarini. «Se pure i fedeli lo vogliono è giusto che don Ciriaco rimanga al suo posto - ha sostenuto l'ex mezzobusto del Tg1 Alberto Matano - Ci auguriamo che il papa e il vescovo accolgano il suo appello».
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