Moscati, Pizzuti ci ripensa
e riapre il Pronto soccorso

Moscati, Pizzuti ci ripensa e riapre il Pronto soccorso
di Antonello Plati
Sabato 20 Agosto 2022, 12:25
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Il dietro front. Il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino, Renato Pizzuti, revoca il provvedimento che da mercoledì consentiva l'accesso al pronto soccorso soltanto alle ambulanze con pazienti in codice rosso. Emesso per cercare di alleggerire la pressione su un reparto ormai al collasso, nel giro di 48 ore il manager napoletano cambia improvvisamente idea sconfessando il direttore sanitario Renato Lanzetta, promotore dell'iniziativa. Decisive, in questo senso, le polemiche bipartisan sollevate da esponenti politici e istituzionali proprio a seguito del blocco parziale degli accessi.

«Nelle ultime 48 ore gli accessi al pronto soccorso della città ospedaliera sono sensibilmente diminuiti, tant'è che, ieri pomeriggio, la direzione sanitaria ha revocato il provvedimento con il quale si era disposto che la centrale operativa del 118 limitasse il trasporto al pronto soccorso ai codici rossi»: è questa la motivazione ufficiale che arriva da Contrada Amoretta, corredata da una serie di dati per circoscrivere l'entità del fenomeno.

Tra questi gli accessi dell'ultimo mese pari a 3mila 850. Dei quali, il 53% «avrebbe potuto sicuramente trovare adeguata risposta sul territorio, in quanto classificato al triage con codice verde o bianco: il 41% di media gravità; e il 6% di codice rosso». E ancora: «Il 71% dei pazienti rientrava nel bacino di utenza del capoluogo irpino; il 16% da una provincia diversa; il 9% dall'Alta Irpinia e dell'Ufita-Baronia; il 4% da fuori regione». Dunque, un'iper-affluenza legata, secondo quanto riferito dal Moscati, «a una forte attrattività».

Tuttavia, come più volte segnalato da Il Mattino, la direzione strategica è rimasta sostanzialmente immobile: non sono applicate le linee guida nazionali (risalenti al 2019) che dettano modalità e tempi per la gestione del sovraffollamento dei pronto soccorso mentre si sono decisi la sospensione (fino al 31 agosto) degli interventi chirurgici programmati e il reclutamento di medici interni per coprire i turni del reparto di emergenza. «Il sovraffollamento si legge ancora nella nota diffusa dal Moscati è da ascrivere all'eccezionale ondata di calore degli ultimi tempi, ai contraccolpi della pandemia, alla chiusura proprio nel periodo di Ferragosto di alcune cliniche private accreditate e all'ormai cronica carenza di filtro del territorio». Su quest'ultimo punto, Pizzuti afferma: «La sinergia tra ospedale e territorio è fondamentale per garantire una sanità adeguata ed efficiente». Quindi rivolto al suo omologo dell'Asl, aggiunge: «Accolgo con entusiasmo lo spirito di collaborazione manifestato da Mario Ferrante».

Ed è polemica politica. Lega e Noi di Centro alzano i toni: «La chiusura del pronto soccorso del Landolfi di Solofra, l'agonia dell'ospedale di Sant'Angelo del Lombardi e il depotenziamento di quello di Ariano Irpino, hanno determinato questi disagi», dice Salvatore Vecchia, segretario provinciale della Lega Avellino.

Vincenzo Ciampi (consigliere regionale M5s) ironizza: «Miracolo al Moscati. In poche ore si è passati dalla sospensione dell'accesso al pronto soccorso dell'ospedale di Avellino con l'esclusione dei codici rossi, alla sua riapertura completa. Me ne rallegro, ma ora servono interventi radicali. Non si mette in crisi il sistema dell'emergenza semplicemente perché non si programmano le ferie di medici e infermieri. Fosse così, ci sarebbe da azzerare la catena di comando dell'azienda».

«Urge un immediato intervento del presidente De Luca, il quale farebbe bene a recarsi in ispezione al nosocomio di Avellino per rendersi conto delle code di barelle. Anche la chiusura del pronto soccorso di Solofra ha fortemente penalizzato la comunità», aggiungono i mastelliani di Noi di Centro.
Il Nursind - con i segretari territoriale e aziendale, Romina Iannuzzi e Michele Rosapane è in controtendenza: «La riapertura del pronto soccorso del Landolfi non è la soluzione. Occorrono invece ospedali di comunità e case della salute. Ancora oggi i pazienti non acuti si rivolgono al pronto soccorso del Moscati, determinando il sovraffollamento che è sotto gli occhi di tutti. Purtroppo la medicina territoriale è stata smantellata dalla pessima gestione dell'ex manager dell'Asl, Maria Morgante».

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