Avellino, l'ospedale Moscati
alza bandiera bianca: solo codici rossi

Avellino, l'ospedale Moscati alza bandiera bianca: solo codici rossi
di Antonello Plati
Giovedì 18 Agosto 2022, 10:39
4 Minuti di Lettura

Soltanto i codici rossi. Da ieri pomeriggio, il pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino accetta solo le ambulanze che trasportano malati gravi. Per tutti gli altri (anche per le urgenze da codice arancione, che hanno comunque rischi elevati) i mezzi del 118 dovranno valutare la disponibilità degli ospedali di Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi. La disposizione è stata assunta d'urgenza dal direttore sanitario Rosario Lanzetta che, dopo aver constatato gli scarsi risultati del mini-piano per la gestione del sovraffollamento (alcune misure in vigore da venerdì scorso che non hanno avuto nessun effetto), ha scritto al servizio di emergenza territoriale 118 per chiedere, appunto, di dirottare altrove i pazienti in codice rosso, ovvero quelli che avrebbero bisogno di cure immediate.

Una decisione che costringerà, come detto, i mezzi del 118 a raggiungere, anche partendo dal capoluogo e dai comuni limitrofi, gli ospedali di Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi (quando disponibili, altrimenti le altre destinazioni possibili potrebbero essere il Ruggi di Salerno o i presidi del Napoletano).

In calce alla richiesta, trasmessa nel primo pomeriggio di ieri alle 15 sedi del Servizio assistenza urgenza territoriale (Saut) e alla direttrice dell'Emergenza territoriale 118 Rosaria Bruno, il direttore sanitario del Moscati invita al massimo rispetto dell'indicazione «considerate le implicazioni medico-legali nel caso in cui ci fossero trasferimenti incauti». Stando ai fatti, il pronto soccorso di Contrada Amoretta anche ieri, per l'intera giornata, è stato sovraffollato con un picco di 40-50 persone in carico raggiunto già a metà mattinata e più di un codice arancione (urgenze da trattare in 15 minuti) che ha atteso ben oltre i tempi stabiliti dalle direttive ministeriali (alcuni sono stati in pronto soccorso tutta la mattinata). Tutti occupati anche i letti (una decina) riservati ai casi sospetti o conclamati di Covid-19. Altro fattore che continua a incidere negativamente è quello relativo agli accessi dall'Alta Irpinia, coi cittadini che continuano a preferire il Moscati al Frangipane di Ariano Irpino e al Criscuoli-Frieri di Sant'Angelo dei Lombardi (caduto nel vuoto, fino a questo momento, l'appello a utilizzarli con maggiore frequenza lanciato del manager dell'Asl di Avellino, Mario Nicola Ferrante).

Ma alla città ospedaliera arrivano utenti anche da fuori provincia (in media, circa il 10 per cento al giorno di quelli registrati al triage con prevalenza di persone provenienti dal Napoletano e dal Salernitano). Senza dimenticare la chiusura del pronto soccorso dell'ospedale Landolfi di Solofra (prima per lavori poi per decreto: quando riaprirà sarà ridimensionato in un punto di primo intervento) che da un paio di anni a questa parte costringe i residenti della Valle dell'Irpino a spostarsi verso Avellino.

Si diceva del «mini-piano Lanzetta» che non ha sortito gli effetti sperati. Da venerdì scorso (e fino alle fine del mese), il diesse ha bloccato l'attività chirurgica in elezione per tentate di avere più disponibilità di posti letto nei reparti e consentire ricoveri più rapidi delle persone in attesa in pronto soccorso. Ma, almeno fino a questo momento, le sale mediche dell'emergenza-urgenza continuano a essere piene coi pazienti spesso costretti ad attendere sulle barelle o, peggio ancora, sulle sedie a rotelle. Inoltre, nel mini-piano è stato previsto un ordine di servizio recepito dai capidipartimento (al secondo tentativo: il mese scorso aveva creato tensioni con la dirigenza) che ha portato alla copertura di tutti i turni in pronto soccorso (sempre fino alla fine del mese) da parte di dirigenti medici specializzati in discipline affini. E, infine, dei lavori di ampliamento dell'area dedicata ai codici rossi (che ancora non sono partiti). Tuttavia, stando a quanto registrato da Ferragosto in poi, servirebbe ben altro.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA