Spiegare l'ordinanza in aula e poi modificarla. Un'informativa dell'assessore all'Ambiente che sciolga tutti i nodi relativi al contestatissimo dispositivo sulla verifica dei 20.000 impianti termici del capoluogo. Dino Preziosi raccoglie le proteste di tutti i portatori di interesse cittadini, negozi, impiantisti e associazioni dei consumatori e chiede un intervento ufficiale del settore Ambiente in Consiglio comunale rispetto, ad un provvedimento che ha messo in fibrillazione la città. Perché pieno di punti controversi. Il capogruppo di «La Svolta» formalizzerà la sua richiesta nella conferenza dei capigruppo in programma questo pomeriggio, a partire dalle 14, a Palazzo di Città. E porta alla luce ulteriori aspetti problematici di un dispositivo secondo il quale, entro il 15 novembre, tutti i proprietari di un impianto termico non nuovo di zecca dovranno fiondarsi a versare online da 9 a 72 euro al Comune, tramite «PagoPa», chiamare un'impresa, e ottenere la certificazione. Mentre le imprese del settore, già oberate, dovranno recarsi più di una volta dal cliente e trasmettere tutto attraverso una piattaforma web. E proprio a proposito del sistema informatico, Preziosi evidenzia il primo problema: «Da quanto mi è stato riferito da un impiantista dice non è ancora pienamente funzionante».
Al di là dei possibili disguidi tecnici, se tutti hanno già evidenziato i problemi di metodo relativi alla risicatissima tempistica e all'assenza di una comunicazione tempestiva, l'alfiere dell'opposizione pone temi di carattere più politico. A partire dalla condizione delle fasce deboli che vivono nelle case comunali: «È conclamato che centinaia e centinaia di caldaie, di proprietà del Comune, vanno sostituite da anni.
LEGGI ANCHE Avellino, disastro case popolari: tra fogne ostruite e «rivolte»
Nel metodo, il capogruppo di «La Svolta», raccoglie un altro input sollevato finora in maniera trasversale: «Il pagamento online previsto dal Comune, attraverso il «PagoPa», aumenterà solo la confusione. lamenta - Non tutti hanno internet o il pc. Soprattutto gli anziani potrebbero avere problemi. spiega E non può essere l'unica e sola modalità di versamento». Per un ente che ormai ha un numero di dipendenti assolutamente inferiore alle proprie esigenze, Preziosi pone quindi il tema dei controlli a carico del Comune. «Il cinque per cento delle attività su chi ha presentato la certificazione sarà a carico dell'ente: dove prenderà il personale? Anche qui incalza siamo alla fuffa. Il Comune non ha alcuna figura specializzata». Per questo, se gli impiantisti chiedono all'ente che si torni al vecchio sistema «Caldaia sicura», in cui l'incombenza era svolta da collaboratori dell'Arpac, Preziosi sposa questa idea. Altra obiezione rispetto alle medesime certificazioni richieste per gli impianti a biomassa, per i quali «l'associazione nazionale fumisti e spazzacamini, Anfus, ha spiegato chiaramente che l' abbattimento può avvenire solo su scala industriale». Di qui la richiesta di un solerte intervento dell'amministrazione e la conclusione politica netta: «Così com'è, l'ordinanza del settore Ambiente serve solo a parare il dirigente e il sindaco da possibili ipotesi di reato rispetto allo smog. Una lavata di faccia - chiosa Dino Preziosi - che nulla ha a che fare con quell'operazione strutturale di cui ci sarebbe bisogno per ridurre le emissioni derivanti dagli impianti di riscaldamento».