«Festa sindaco talebano», ad Avellino
​spuntano manifesti contro l'isola pedonale

«Festa sindaco talebano», ad Avellino spuntano manifesti contro l'isola pedonale
di Flavio Coppola
Venerdì 3 Settembre 2021, 08:36 - Ultimo agg. 18:19
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Manifesti offensivi contro il sindaco Gianluca Festa: la pedonalizzazione del centro storico continua a generare, in una parte dei commercianti del cuore antico, un diffuso malcontento.

In più, l'annuncio del vicesindaco con delega al Turismo, Laura Nargi, sulla volontà di rendere strutturale in futuro il provvedimento di chiusura alle auto pur con le opportune migliorie in termini di servizi e viabilità divide ulteriormente gli esercenti della città vecchia. Da una parte, il nucleo storico, i cui esponenti hanno già consegnato all'amministrazione 300 firme contro la chiusura; dall'altra, la pattuglia dei ristoratori e somministratori di cibi e bevande, ma non solo, che sarebbero pronti a consegnarne addirittura 1000 a favore della pedonalizzazione.

Ieri mattina, via Nappi qui le proteste sono molto più diffuse si è risvegliata con alcuni volantini anonimi, affissi ad una parete e ad un cestino dei rifiuti, che paragonavano il primo cittadino ai protagonisti del regime che si è appena reinsediato in Afghanistan.

Un episodio da censurare, sul quale Festa non interviene, ma che testimonia l'insofferenza di quella parte della città rispetto alle chiusure disposte per ora fino alle fine di settembre.

Nel merito della pedonalizzazione perpetua, ancora da definire nei dettagli, ma che l'amministrazione intende portare avanti, principalmente in versione serale, riecco in sostanza la disparità di vedute tra i due blocchi. «Le attività tradizionali sono assolutamente penalizzate - commentano dalla Boutique Cozzolino - Il provvedimento attuale parte alle otto. Che succede se entra un cliente alle otto meno dieci? Dobbiamo litigare con i vigili se ha intenzione di misurarsi un vestito?».

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Rispetto all'ipotesi strutturale, quindi, c'è netta contrarietà: «Ma quali città europee? Noi siamo da 55 anni qui e sappiamo bene che non siamo né a Firenze né su Ponte Vecchio. Non ci sono solo ristoratori. Ma gente che vende scarpe, materassi o viaggi. Anche al Corso sono andati via negozi di alto livello. Cosa ci siamo messi in testa?». Accanto, c'è il negozio Necchi. I titolari sono della stessa opinione: «In teoria, la pedonalizzazione è una cosa bella. Nella pratica, il centro storico di Avellino non è in grado di supportarla. I negozi esistenti - ricordano i due proprietari - attualmente hanno necessità diverse, per esempio di carico e scarico merci. In più evidenziano qui, su 40 locali per attività commerciali, 25 sono vuoti e altri stanno per chiudere». Quindi una timida apertura: «Con la chiusura alle 20, facciamo le corse ogni sera per togliere le auto. Se vogliamo iniziare a ragionarne, si potrebbe fare dalle 21. Questo darebbe la possibilità al negoziante di adeguarsi. Nel frattempo, si potrebbero trovare parcheggi e una migliore mobilità. Ma comunque chiosano la cosa andrebbe bene solo a vantaggio dei locali che servono un target giovanile».

Piero Lo Vuolo, invece, è tra i più attivi sostenitori della pedonalizzazione. Il titolare della vineria Hirpinian Cluster contrattacca: «Anche noi abbiamo raccolto firme, io da solo ne ho 250. Ma in tutto siamo a 1000. Per noi la pedonalizzazione, anche se necessita di migliorie per essere attiva h24, ha riscosso un ottimo successo tra i clienti. Questa estate il centro storico è stato vissuto nel serale come non mai - aggiunge - e c'è stato un ottimo successo anche a Ferragosto. Chi protesta - è l'affondo - forse vuole distruggere più che costruire».

Dal ristorante Lievitum, poi, arriva una proposta all'amministrazione comunale: «La pedonalizzazione del centro storico sarebbe cosa buona, perché ci metterebbe in pari con le altre città italiane e ci permetterebbe di sviluppare un turismo settoriale - è la premessa - Ma andrebbe fatta, soprattutto d'inverno, h 24. Solo così - continuano dal locale - noi potremmo installare strutture semipermanenti come i Gazebo del corso». Una proposta, insomma, coraggiosa: «Avellino è una città fredda e piovosa, ma così noi avremmo una sala in più da sfruttare nel fine settimana». Il modello di Corso Vittorio Emanuele, dunque, per sfruttare il cuore antico anche d'inverno: «Solo così - chiosano da Lievitum - potremmo avere reali benefici, che poi porterebbero anche ad un maggiore gettito fiscale per l'ente e la comunità».
 

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