Avellino, si sbloccano le acquisizioni di cinque complessi edilizi abbandonati

Ma per il settecentesco Palazzo Trevisani, di Corso Vittorio Emanuele, la svolta continua a slittare

Avellino, si sbloccano le acquisizioni di cinque complessi edilizi abbandonati
Venerdì 18 Novembre 2022, 08:06 - Ultimo agg. 22 Novembre, 09:12
4 Minuti di Lettura

Il quarantaduesimo anniversario del terremoto segnerà - salvo colpi di scena - la prima svolta amministrativa sui buchi neri di Avellino.

Lunedì 21, infatti, il Consiglio comunale delibererà l'acquisizione dei primi cinque complessi edilizi abbandonati lungo via Tedesco e Corso Umberto. L'ha deciso ieri pomeriggio la conferenza dei capigruppo, che ha fissato la data di un vero e proprio appuntamento con la storia. Nello specifico, grazie al lavoro certosino realizzato dagli uffici del settore Urbanistica, il Comune ha ricostruito la trafila degli eredi delle proprietà risalenti ai decenni scorsi e concluso transazioni per l'acquisizione gratuita dei buchi neri. Sfruttando anche il regolamento per l'iscrizione nel patrimonio comunale dei beni abbandonati da più di 10 anni e le morosità dei privati sulle opere per la messa in sicurezza, l'assise comincerà a prendersi gli edifici che vanno dai civici 109-105 di via Tedesco, e, a Corso Umberto, ciò che resta dei palazzi ai civici 348-350, 344-346, 290-292, 294-296.

Queste le prime 5 pratiche di acquisizione che hanno passato tutti gli esami: a cominciare dalla compatibilità urbanistica e finanziaria. Altrettante, sempre sull'asse est di Avellino, sono già pronte. A cominciare da quella per l'acquisizione della chiesa della Puntarola, dove gli uffici hanno già realizzato un progetto per farne la sede del Parco del Fenestrelle. Il risultato ora davvero ad un passo e la maggioranza Festa parla ad una sola voce: «Acquisendo i buchi neri, dopo oltre 40 anni, avviando ufficialmente la ricomposizione di una serie di ferite che insistono sul nostro tessuto urbani, reso irriconoscibile dal fatto che questi immobili non sono mai stati manutenuti per decenni», affermano il capogruppo di Viva la Libertà Diego Guerriero e la consigliera di Davvero, Giovanna Vecchione. «La città si riprenderà insieme a loro anche un minimo di estetica, perduta per ampi tratti dalla parte est di Avellino - continuano - Per di più, risolviamo anche un problema di pubblica incolumità, dopo tante segnalazioni per la caduta di calcinacci e parti di quegli immobili.

II tutto - chiosano Guerriero e Vecchione - nel rispetto della finalità della pubblica utilità e delle previsioni del Piano urbanistico vigente».

Video

Acquisiti gli immobili, il Comune potrà farne ciò che ritiene. Abbatterli, riqualificarli ove possibile, rivitalizzarli. Anche se serviranno risorse. Il cerchio aperto due anni fa con le prime pratiche per l'acquisizione e la cancellazione dei buchi neri comincia dunque a chiudersi. Anche se per il più celebre di tutti, il settecentesco Palazzo Trevisani, di Corso Vittorio Emanuele, la svolta continua a slittare. Dopo le prime ordinanze comunali, la scorsa primavera, l'amministrazione condominiale dell'edificio aveva ottenuto il via libera dall'assemblea per vagliare la possibilità di sfruttare il superbonus edilizio al 110 per cento. Era seguito un sopralluogo del sindaco all'interno del palazzo, che aveva rivelato lo stato di drammatico abbandono, e di pericolo, di un edificio di grande pregio al centro del salotto buono di Avellino. Ma i 20 giorni annunciati per l'apposizione di un nuovo telone raffigurante la facciata così com'era nel 1700 sono diventati 8 mesi. E il telone non c'è ancora. L'avvio dei lavori, quantificato in almeno 8 milioni, nemmeno.

Le vicende alterne del Superbonus, con l'attuale Governo che lo sta cambiando radicalmente, sembrano aver inciso negativamente sull'ambizioso ed atteso restyling. Si procede, ma estremamente a rilento. Nei giorni scorsi, è stata disposta la pulizia dei giardini esterni. Anche se è decisamente troppo poco.
In presenza di un perdurante stallo sull'avvio dei lavori, il Comune dovrebbe attuare quanto aveva minacciato già mesi fa: riprendersi il Palazzo, come sta facendo per gli altri buchi neri. Gli uffici dell'ente restano vigili e continuano a pressare i privati. Nel frattempo, l'area resta transennata, a sfregio del passeggio del Corso. E l'antica e bella facciata, imprigionata da un ponteggio in ferro che non le rende giustizia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA