Cartelle cliniche taroccate al Moscati,
subito stop nel processo d'appello

Cartelle cliniche taroccate al Moscati, subito stop nel processo d'appello
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 28 Novembre 2018, 16:30
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Processo di appello rinviato per i medici dell'ospedale Moscati di Avellino accusati di aver falsificato le cartelle cliniche per realizzare operazioni di chirurgia estetica spacciati per interventi urgenti. Ieri dinanzi alla Corte di Appello di Napoli, dopo che uno dei legali degli imputati ha sollevato un difetto di notifica dell'atto di appello proposto dai pubblici ministeri Roberto Patscot e Teresa Venezia, i giudici partenopei si sono riservati di verificare. Nodo che verrà sciolto il prossimo 11 gennaio 2019 quando i giudici del secondo grado di giudizio dovranno stabilire se rimettere l' imputato nei termini per proporre appello incidentale avverso il gravame presentato dai pubblici ministeri, rinviando ulteriormente. Quindi potrebbe slittare ancora di qualche mese la decisione della II sezione della Corte di Appello di Napoli, dinanzi alla quale pende il processo di secondo grado nei confronti di Carlo Iannace e Francesco Caracciolo condannati entrambi a sei anni di reclusione per peculato, tentata truffa e falso, mentre furono prosciolti con l'assoluzione o per intervenuta prescrizione Vincenzo Castaldo e Maria Giannitti, rispettivamente direttore sanitario dell'ospedale e direttrice del presidio, Riccardo De Maio, Lisetta Santoro, Maria Teresa Guarino, Maria Infante, Francesco Pagliarulo, Emanuela Zanettin, Katarzyna Julia Jakubiec, Adelina Polcari, Adele Testa, Angelo Bruno e Maria Luisa Piscopo, Antonio Pastore, Maria Teresa Prizio, Francesco Ruggiero e Rita Melillo. E proprio avverso la sentenza di assoluzione e prescrizione nei confronti dei 12 imputati, i sostituti procuratori di Avellino hanno proposto impugnazione. Inoltre la sentenza di primo grado è stata impugnata, sia dai difensori di Iannace e Caracciolo, rappresentati dagli avvocati Quirino Iorio e Alberico Villani, sia da alcuni avvocati, tra cui Gaetano Aufiero e Stefano Vozella, degli imputati prosciolti per intervenuta prescrizione. Ad avviso di quest'ultimi, la sentenza di prescrizione impugnata va riformata con l'assoluzione nel merito. Il capo della Procura avellinese, Rosario Cantelmo, nella discussione finale del processo primo grado aveva chiesto otto anni di reclusioni per Iannace, poi ridotti dal collegio giudicante presieduto dal giudice Michele Rescigno a sei anni. L'indagine della Guardia di Finanza era stata avviata nel 2006 dopo la denuncia presentata da un aiuto primario, oggi in pensione, che aveva segnalato irregolarità all'interno del reparto: descriveva operazioni estetiche fatte passare per interventi su patologie tumorali e scorrimenti sospetti delle liste di attesa. Gli inquirenti analizzarono migliaia di cartelle cliniche ed evidenziarono la presunta realizzazione di molte operazioni chirurgiche prive dei requisiti, a spese del servizio sanitario nazionale. Nel 2011 Iannace finì agli arresti domiciliari, quando era ancora sindaco di San Leucio del Sannio.
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