Clan Partenio, De Fazio al Gip: «Non li conosco»

Clan Partenio, De Fazio al Gip: «Non li conosco»
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 17 Ottobre 2019, 11:55
3 Minuti di Lettura
Nuovo Clan Partenio: ieri gli altri interrogatori di garanzia per i cinque indagati sottoposti agli arresti domiciliari.
Ha risposto alle domande del gip Franco Ambrosone, che ha respinto ogni addebito. Gli altri indagati, Giuliana Brogna, Martino De Fazio, Giuseppina Nigro e Giuseppe Durante, sono comparsi davanti al gip del tribunale partenopeo, Fabrizio Finamore fornendo dichiarazioni spontanee e respingendo le accuse mosse nei loro confronti dagli inquirenti della direzione distrettuale antimafia.

In particolare, Martino De Fazio, dipendente del Comune di Monteforte, ha sostenuto di «non sapere chi fosse Carlo Dello Russo (considerato dagli inquirenti il picchiatore dell'organizzazione criminale), di non essere a conoscenza dell'esistenza sul territorio di un'organizzazione malavitosa e soprattutto che «i diverbi con la presunta vittima (un uomo che ha denunciato De Fazio dopo una lite) sarebbero sorti a causa della sua insolvenza». Infatti la presunta vittima ha ricostruito l'indagato dinanzi al gip Finamore non pagava il fitto del mio locale da diversi mesi».


 

Gli avvocati Nello Pizza, Antonella Zotti, Massimo Passaro e Pina De Crescenzo sono già a lavoro per depositare le istanze di riesame dinanzi al tribunale delle Libertà e per chiedere la revoca delle misure degli arresti domiciliari. Con quelli di ieri si è conclusa la fase degli interrogatori di garanzia per i 23 indagati sottoposti alle misure cautelari (18 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) emesse dal gip del tribunale di Napoli che ha accolto le richieste dei pubblici ministeri della distrettuale antimafia. Un'inchiesta che ha smantellato la nuova consorteria criminale in Irpinia riorganizzata dalle ceneri del vecchio clan Partenio e che sarebbe guidata dai nuovi boss Pasquale e Nicola Galdieri, così come hanno ricostruito gli inquirenti. Indagini sfociate nell'emissione delle misure cautelari in carcere per Pasquale Galdieri, Nicola Galdieri, Ferdinando Bianco, Pasquale Nando Bianco, Diego Bocciero, Filippo Chiauzzi, Carlo Dello Russo, Luigi De Simone, Elpidio Galluccio, Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Giuseppe Moscariello, Ernesto Nigro, Ludovico Nittolo, Mario Rosania, Antonio Taccone, Carmine Valente e Giovanni Volpe mentre agli arresti domiciliari invece sono finiti Giuliana Brogna, Martino De Fazio, Franco Ambrosone, Giuseppina Nigro e Giuseppe Durante.

Dalle indagini svolte dai carabinieri del comando provinciale di Avellino guidato da Massimo Cagnazzo, e in particolare dal nucleo investigativo diretto da Quintino Russo, sono emersi oltre 14 episodi di usura e 7 estorsivi compiuti dai componenti del sodalizio criminale. I componenti della consorteria criminale, ad avviso degli inquirenti, imponevano dietro minaccia la restituzione di somme di denaro prestate a tassi usurai del 20% mensile. In caso di mancato pagamento scattavano i raid punitivi. In diverse occasioni le spedizioni punitive sono state sventate dai militari dell'arma che grazie all'attività di intercettazioni sono riusciti a predisporre servizi mirati bloccando gli esecutori materiali.

Inchiesta che ha portato anche all'emissione da parte della procura distrettuale antimafia di un provvedimento di perquisizione e sequestro a carico degli altri indagati a piede libero tra cui sono finiti Damiano Genovese (già agli arresti domiciliari per detenzione illegale di armi), Antonio Genovese, l'avvocato Antonio Barone, Gianluca Formisano, Livia e Modestino Forte, Armando Pompeo e Gianluca Aprile, Sabino Morano, Beniamino Pagano, Marialuigia Gasparro, Roberta Mazzone e il consulente Efrem Spiniello.
Intanto su delega della procura di Napoli, guidata da Giovanni Melillo, le indagini proseguono. Infatti i carabinieri del comando provinciale fin dalle prime ore successive all'esecuzione delle misure cautelari hanno provveduto ad effettuare controlli e perquisizioni anche ad altre persone, al momento fuori dall'inchiesta. Gli inquirenti, inoltre, stanno valutando il materiale posto sotto sequestro durante l'operazione, oltre ad analizzare il materiale probatorio acquisito da cui potrebbero pervenire nuovi spunti ai fini investigativi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA