Avellino, De Vizia sotto inchiesta:
l'interdizione mette a rischio Confindustria

Avellino, De Vizia sotto inchiesta: l'interdizione mette a rischio Confindustria
di Gianni Colucci
Mercoledì 23 Giugno 2021, 08:36 - Ultimo agg. 21:14
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C'è imbarazzo a via Palatucci, nella storica sede di Confindustria Avellino. Il presidente Emilio De Vizia, indagato dalla procura di Benevento in relazione ai lavori di bonifica di una discarica, è in bilico.

Al di là degli esiti dell'inchiesta che ha portato la procura di Benevento ad applicare nei suoi confronti la misura cautelare di interdizione dall'esercizio delle attività imprenditoriali, stamattina il consiglio direttivo, convocato ad horas, è chiamato a giudicare la posizione del presidente. Tra i capisaldi del codice etico dell'associazione imprenditoriale c'è l'impegno a «rimettere il proprio mandato, o autosospendersi, in caso di situazioni di incompatibilità o di azioni lesive per il sistema, nelle differenti articolazioni, e per la sua immagine». E il caso di De Vizia, che ovviamente si risolverà nei tre gradi di giudizio e che sarà al vaglio già nelle prossime ore del Tribunale del Riesame, appare spinoso. Al punto 4 del codice si fa riferimento a Legalità e regole associative. «Il principio di legalità e il rispetto delle regole sono il fondamento di tutto il sistema confederale. Confindustria assicura e promuove, al proprio interno e in tutte le comunità in cui opera, il rispetto delle leggi, delle norme e delle regole, come base del patto di convivenza civile. Garantisce, inoltre, la tutela e la salvaguardia della propria funzionalità, reputazione, immagine e decoro».

Cosa accadrà dunque al termine della riunione di oggi? De Vizia, che ieri mattina ha spiegato che è impegnato a difendere in tutte le sedi il proprio operato. E che chiarirà dunque al gruppo dirigente che l'inchiesta non lo coinvolge direttamente, dato che da tempo ha lasciato ogni carica societaria. Anche il sequestro di fondi presso la sua impresa non lo riguarda direttamente, non essendo egli coinvolto nella gestione amministrativa. Le contestazioni che lo riguardano sono relative ad una fase in cui ha firmato da procuratore e consigliere del Cda di De Vizia Transfer spa alcuni atti che i manager gli avevano sottoposto. A funzionari e tecnici del comune di Sant'Agata de' Goti ed a Emilio De Vizia e al padre Vincenzo sono stati sequestrati per equivalente di 1,4 milioni, provvedimento eseguito su un conto della De Vizia Transfer, oltre che su proprietà dell'azienda, della quale tuttavia Emilio De Vizia si dice non più amministratore. E proprio la mancanza di un rapporto con l'impresa sotto inchiesta è l'elemento su cui fanno leva i legali per richiedere la revoca del provvedimento di interdizione dagli uffici direttivi delle imprese imposto per 12 mesi a Emilio De Vizia.

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A pesare, infatti, sul destino di De Vizia a capo di Confindustria è quell'articolo 290 del codice di procedura penale a cui si appella il Gip di Benevento Gelsomina Palmieri che lo interdice dagli uffici direttivi delle persone giuridiche.

De Vizia era arrivato al vertice di Confindustria nel dicembre dello scorso anno prendendo il testimone da Pino Bruno.

Al suo insediamento erano state subito scintille sul tema della gestione pubblica del servizio rifiuti e delle acque. De Vizia proviene proprio dal settore della gestione dei rifiuti e si era lanciato in una dura critica contro gli amministratori, ricevendo risposte piccate da parte dei dirigenti di At o e IrpiniAmbiente.

Ora arriva l'inchiesta della procura sannita: i lavori per la bonifica della discarica di Palmentata nel comune di Sant'Agata de' Goti, finanziata con fondi di derivazione europea dalla Regione Campania «on venivano eseguito o venivano eseguiti in maniera totalmente diversa da quella pattuita», secondo la procura.

«Al punto - dice il gip che ha firmato le misure interdittive per Emilio De Vizia e suo padre Vincenzo, in qualità di amministratori dell'impresa esecutrice - da vanificare irrimediabilmente le finalità prioritarie di bonifica e messa in sicurezza, obblighi non solamente previsti dall'appalto ma anche imposti allo Stato italiano da procedure di infrazione dell'Ue». Gli avvocati di De Vizia chiederanno al tribunale del Riesame già nelle prossime ore che siano ritirate per il loro assistito le misure.

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