Fenestrelle, munnezza tour:
tutti i progetti dimenticati

Fenestrelle, munnezza tour: tutti i progetti dimenticati
di Flavio Coppola
Lunedì 22 Febbraio 2021, 10:57 - Ultimo agg. 20:39
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Inquinato, prosciugato, dimenticato, ora anche dissestato e soprattutto disseminato di spazzatura. Dal fiume cittadino del grande Parco urbano, alla discarica a cielo aperto. Il «Fenestrelle», in barba ai tanti progetti multimilionari ed alle visioni urbanistiche sbandierate e mai attuate dal Comune di Avellino, oggi si presenta come l'ennesima bomba ecologica di una città sempre più inquinata. Nel Piano Urbanistico Comunale del 2008, la cui previsione sarà conservata nell'adeguamento al quale lavora l'attuale amministrazione guidata dal sindaco ambientalista, Gianluca Festa, il fiume rappresentava il fulcro del progetto green più importante, sensato ed ambizioso che il capoluogo abbia prodotto negli ultimi 15 anni: il Parco Urbano del «Fenestrelle». Un progetto che avrebbe dovuto collegare, lungo il tragitto del fiume, un'enorme porzione verde di territorio, dalle «Molinelle», nel comune di Monteforte, all'«Abellinum» di Atripalda, passando per tutta la città di Avellino e per il «Parco Santo Spirito».

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Nel Documento di orientamento strategico del 2018, targato Foti, erano stati individuati allo scopo 6 milioni di euro.

Oggi, a scandire quel percorso, più che e piste ciclabili e pedonali, più che l'ampliamento del fondovalle e i percorsi turistici intorno ad un fiume finalmente riqualificato e valorizzato, sono i rifiuti.

La spazzatura è disseminata lungo le sponde e all'interno del fiume, in una sterminata linea di degrado. Visibile ad occhio nudo, da una parte all'altra del fiume. Sanitari, vecchi mobili distrutti, sacchetti di spazzatura contenenti plastica e lattine si incontrano costeggiando il corso d'acqua dal lato che, sotto alla bretella del «Fenestrelle» porta a contrada «Isca Arciprete». L'infrastruttura stradale che oggi collega il centro alla periferia interrompe la passeggiata, ma il fiume sbuca silenzioso su via Roma, per avviarsi verso Monteforte. Qui, all'altezza di via Cupa Macchia, il degrado raggiunge i massimi livelli. La spazzatura invade le sponde e degrada nell'acqua, dove si scoprono qua e la coperture in lamiera e forse eternit, insieme a vecchi pneumatici.

La plastica è una costante dell'intero sentiero. In questo tratto, persino gli argini si mostrano dissestati. Un tratto è crollato nel letto del fiume. Il fenomeno, del cosiddetto «spanciamento», è stato più volte denunciato, senza successo, dall'associazione «Gli amici del Fenestrelle». Le abbondanti piogge delle ultime settimane hanno palesemente aggravato la situazione. Dall'altro lato del fiume, nel punto che da via San Leonardo conduce da via Fosso Santa Lucia al «Parco Santo Spirito», l'ennesimo oltraggio al «Fenestrelle» arriva dall'eterna incompiuta avellinese: il tunnel. Il fiume lambisce esternamente il sottopasso, dove conserva da oltre 70 anni un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale. Superato il tratto, scompare nel cantiere dell'infrastruttura, tra le erbacce delle sponde abbandonate a se stesse, anche qui costellate di sacchetti di rifiuti, e il caos di un cantiere mastodontico. Ma se i rifiuti sono ben visibili, l'inquinamento del «Fenestrelle» è invisibile ad occhio nudo. Ma rappresenta l'allarme più importante e ad oggi incontrastato. 

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Analisi e atti amministrativi parlano chiaro. Il fiume della città giardino contiene escherichiacoli, azoto ammoniacale ed altri agenti di natura organica e fecale, in concentrazioni oltre la soglia massima consentita. Soprattutto nei tratti a ridosso di via Fratelli Bisogno e via Zigarelli, nel Comune di Avellino, e in zona Molinelle, a Monteforte.

Lo evidenziava, a dicembre scorso, il provvedimento con cui il sindaco di Avellino, in ragione delle analisi ricevute dall'Arpac, e dei successivi rilievi del dipartimento di Igiene e sanità pubblica dell'Asl, vietava il prelievo e l'utilizzo delle acque del fiume - che costeggia chilometri e chilometri di terre coltivate - per qualsiasi tipo di utilizzo. Solo la scorsa settimana, sempre su iniziativa dell'Arpac, un team di biologi dell'Università «Federico II», ha avviato nuovi prelievi sulle acque e su piccole porzioni di terra delle sponde.

E il Comune di Avellino? Al di là degli annunci del sindaco, Gianluca Festa, sulla volontà di impostare un progetto turistico collegato a fiume all'altezza di «Parco Santo Spirito», il nulla. Allo stato, per il 2020, si segnala un intervento di sistemazione del tratto di sponda che era franato per le intense piogge. Nient'altro.

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