Cresce l'attesa per il deposito di una prima relazione per far luce sulle cause che hanno determinato la morte di Gerardina Corsano, la 46enne di Ariano Irpino, coniugata con l'imprenditore agricolo Angelo Meninno (rappresentato dagli avvocati Giovanni Pratola e Fabio De Donato). Relazione che potrebbe fornire i primi elementi riscontrati nell'accertamento irripetibile eseguito dalla dottoressa Carmen Sementa sulla salma della 46enne di Ariano Irpino deceduta il 31 ottobre nel reparto di rianimazione dell'ospedale Frangipane, nonostante la corsa disperata effettuata dai medici in servizio per tentare di strapparla alla morte. Rapporto che potrebbe consentire agli inquirenti di procedere speditamente nell'attività investigativa e far luce su eventuali responsabilità nel decesso di Gerardina Corsano.
Ma l'attività della procura beneventana prosegue, anche se fin da subito dopo l'esclusione dell'ipotesi botulino, lo stesso procuratore Aldo Policastro ha chiarito che non si indaga per omicidio volontario.
I familiari tramite il loro legale hanno fatto sapere che la donna stava bene in salute e non aveva problemi di alcun genere. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, oltre ad un avvelenamento da pesticidi, anche quella della coagulazione intravasale disseminata (Cid), una sindrome che provoca la formazione di trombi favoriti dalla eccessiva coagulazione del sangue. Secondo le ultime indiscrezioni trapelate dagli ambienti ospedalieri Gerardina Corsano potrebbe essere deceduta a causa di questa problematica. Ma resta da comprendere cosa l'abbia scatenata. A causare questa sindrome, che altera i valori del fegato, potrebbero essere stati molteplici fattori: in primis una complicanza infiammatoria sistemica o un'infezione causata da agenti esterni che avrebbero potuto danneggiare il fegato così come emerso dal primo referto medico rilasciato dopo il primo accesso al pronto soccorso della donna.
Ma solo l'esito dell'esame autoptico sarà in grado di fornire le risposte alle mille domande che i familiari di Gerardina si pongono in questi giorni di dolore. Intanto il pubblico ministero Amalia Capitanio titolare dell'inchiesta ha disposto il sequestro dei cellulari di cinque familiari del marito di Gerardina, Angelo Meninno. Tra trenta giorni il consulente tecnico nominato dalla procura di Benevento depositerà la sua relazione sulle copie forensi dei cellulari sequestrati. Dunque sono al vaglio anche le conversazioni intercorse tra Meninno e i suoi più stretti familiari nei giorni successivi alla tragedia. Al momento i titolari della pizzeria Oasi di Ariano Irpino, restano tutt'ora indagati con le accuse di omicidio colposo (difesi dall'avvocato Guerino Gazzella). Resta indagato anche il medico dell'ospedale in servizio presso l'ospedale Sant'Ottone Frangipane di Ariano Irpino. Il medico dell'Asl finito nel registro degli indagati con le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose in ambito sanitario (difeso dall'avvocato Giuseppe Romano), il 29 ottobre scorso visitò i due coniugi. Gli accertamenti irripetibili stabiliranno anche eventuali responsabilità mediche.