I trattori invadono Collina Liguorini: «Andremo a Roma»

Oltre cento mezzi davanti alla sede della Regione Campania

I trattori invadono Collina Liguorini: «Andremo a Roma»
di Marco Monetta
Mercoledì 31 Gennaio 2024, 09:47
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Al terzo giorno di mobilitazione in Irpinia, la protesta della filiera agroalimentare contro le politiche dell'Unione europea è approdata ieri mattina nel capoluogo.
Dopo il sit in di lunedì nell'area industriale di Flumeri e domenica pomeriggio in piazza Kennedy ad Avellino, una fila rumorosa ma pacifica di circa 150 trattori ha invaso il centro direzionale di Collina Liguorini, per far sentire forte il grido di imprenditori agricoli, allevatori ed operai del settore sotto gli uffici regionali.
Imponente lo schieramento di forze dell'ordine, tra Polizia, Digos e Carabinieri, che ha scortato gli agricoltori provenienti da tutta la provincia, la gran parte da Valle Ufita, Baronia e Alta Irpinia.

Nel primo pomeriggio, parte dei mezzi ha attraversato il centro raggiungendo piazza Kennedy portando simbolicamente la protesta nel cuore della città. «Il contadino lo vedrai stanco, ma non lo vedrai mai arrendersi», «La nostra terra è il futuro "alimentare" dei nostri figli», «È la terra che nutre l'uomo, non l'industria» sono solo alcuni dei cartelli che hanno scandito la marcia dei grossi mezzi meccanici, accompagnati da clacson e trombe.

Si cita anche l'evergreen Battisti, con «Che ne sai tu di un campo di grano?». E poi «incolti sarete voi, non la nostra terra». Tra le immagini forti di domenica nel tragitto da Flumeri a Grottaminarda, inquieta la bara sospesa al muso di un trattore e avvolta dal tricolore italiano. La "morte" dell'Agricoltura è segnalata anche da un tipico manifesto, «ne danno il triste annuncio tutti gli agricoltori italiani» si legge. Probabilmente non una scelta di buon gusto, il caso del 56enne raggiunto da un malore e morto alla guida della sua auto in provincia di Catanzaro bloccato sulla statale 106, fa ancora molto discutere (l'automobilista è morto durante il trasporto in ospedale con l'elisoccorso).

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I presidi in corso in tutta Italia, nonostante l'accaduto, non sono stati interrotti.

Non ci sono bandiere di partito né di associazioni di categoria quali Coldiretti, Cia e Confagricoltura. C'è solo tanta rabbia e malcontento per i prezzi alle stelle di carburante e tasse sulle imprese. La mobilitazione nazionale è stata lanciata dalla rete Comitati Riuniti Agricoli, in Irpinia non c'è alcuna sigla a cui far riferimento. La protesta è autonoma e spontanea contro il Green deal europeo, la diffusione dei cibi sintetici e lo stop paventato al diesel agricolo dal 2026.

A dare voce alla mobilitazione è Renzo Abbondandolo, agricoltore di Flumeri che con Oto Grasso ha dato vita al presidio in Baronia: «Abbiamo portato nel capoluogo il grido di allarme di tutti gli agricoltori, il comparto è in forte crisi. Nessuno ci tutela, l'unica preoccupazione delle istituzioni è quella di tassarci, quella di oggi sotto gli uffici regionali è solo la prima tappa, annuncia, il nostro obiettivo è quello di arrivare a Roma. Non ci fermeremo - rincara -, non è accettabile che il "Made in Italy" di cui tanto si parla venga superato dal sostegno a prodotti extra europei e di minore qualità. Non possiamo permettere che carne fibrosa, miscele di olii, miele fibroso o farine di insetti possano prevalere sugli scaffali dei nostri supermercati» spiega Abbondandolo. «Avevamo creduto in questo governo, ammette, ma oggi scopriamo che nel 2024 la tassazione Irpef sul reddito domenicale sarà pari all'80%. Ci servono fondi per l'acquisto di materie prime. Siamo scesi in piazza perché nessuno ha risposto alle nostre richieste. A chi dice di rappresentarci evidentemente fanno comodo solo le nostre tessere».

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