Iia, gli azionisti dicono sì: più risorse per ripartire

Tirano un sospiro di sollievo i lavoratori dello stabilimento di valle Ufita

Una manifestazione dei lavoratori Iia
Una manifestazione dei lavoratori Iia
di Michele De Leo
Martedì 14 Febbraio 2023, 09:23
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Sì alla ricapitalizzazione di Iia. Fumata bianca dall'assemblea dei soci della Industria Italiana Autobus, ma per la ratifica ufficiale della ricapitalizzazione bisognerà attendere il prossimo 24 febbraio. Tirano un sospiro di sollievo i lavoratori dello stabilimento di valle Ufita: l'ok di Invitalia ad assicurare nuova liquidità alla società specializzata nella produzione di autobus rappresenta il primo passo per avviare, finalmente, un vero e concreto percorso di rilancio.
L'assemblea, tenutasi nel pomeriggio di ieri, di fatto è ancora aperta. «Acquisito l'ok a procedere nelle attività di ricapitalizzazione della Industria Italiana Autobus da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy dicono da Roma - i soci hanno rinviato la chiusura dell'assemblea al giorno 24 febbraio, per consentire l'espletamento di ulteriori attività amministrative necessarie a concludere l'iter».

La deliberazione della ricapitalizzazione rappresenterebbe, adesso, esclusivamente una formalità.

Alla ratifica ufficiale manca il completamento di un iter amministrativo che sarà definito nel corso dei prossimi giorni. All'appello, del resto, mancava il parere positivo solo da parte di Invitalia, che ha ricevuto l'ok a procedere nella direzione della ricapitalizzazione da parte del Dicastero di via Molise.

Soddisfatti i sindacati che, pur confermando la necessità di attendere la deliberazione ufficiale dell'aumento di capitale, possono guardare al futuro con maggiore serenità.
La ricapitalizzazione non rappresenta, però, un punto di arrivo. Se è vero che l'assemblea dei soci è stata caricata di significato, forse in maniera eccessiva, è pur vero che questa rappresenta solo il primo passo di un percorso che dovrà portare al rilancio del progetto di polo unico nazionale di produzione degli autobus. «Senza l'aumento di capitale evidenziano i rappresentanti sindacali ogni discorso sulle prospettive aziendali rischiava di diventare inutile. La fumata bianca dell'assemblea dei soci consentirà di concentrare l'attenzione sul piano industriale che dovrà essere condiviso con le organizzazioni sindacali».

Le parti sociali sembrano, dunque, condividere il pensiero della parlamentare Naike Gruppioni. La deputata del terzo Polo, bolognese di origine e irpina di adozione, ha evidenziato attraverso le pagine de Il Mattino come «La soluzione non può essere esclusivamente una nuova iniezione di denaro: un eventuale ulteriore aumento di capitale deve essere propedeutico ad un piano industriale, realizzato sulle commesse acquisite, su quelle previste e, soprattutto, proiettando il progetto industriale sulla mobilità sostenibile».
I sindacati rilanceranno la necessità di riprendere la discussione ministeriale sulla vertenza, al fine di entrare nel dettaglio di un piano industriale che dovrà essere costruito e condiviso. I rappresentanti delle organizzazioni di categoria vogliono evitare che, nonostante lo stanziamento di nuove risorse, si continuino a commettere errori che non consentono il decollo di un progetto nato dalle lotte e dall'ostinazione dei lavoratori. Del resto, gli stessi sindacati e gli addetti hanno confermato, nel corso degli ultimi mesi, problemi di carattere organizzativo che hanno complicato la ripresa produttiva dell'azienda. Per questo, chiedono un confronto che parta da un'analisi dell'attività realizzata, anche per verificare eventuali criticità e difficoltà che devono essere affrontate e superate.
Quindi, sollecitano la necessità di puntare l'attenzione prevalentemente sul core business dell'azienda, che è la produzione degli autobus per il trasporto pubblico.

Il resto lo ha lasciato intendere chiaramente Silvia Curcio, operaia storica dello stabilimento di valle Ufita e punto di riferimento all'interno della fabbrica deve essere marginale. La possibilità di consentire nuovi insediamenti nei terreni aziendali inutilizzati, così come eventuali partnership che possano essere realizzate all'interno dei capannoni della Industria Italiana Autobus dovranno essere oggetto di discussione con le parti sociali.
Sindacati e lavoratori, inoltre, respingono sul nascere la possibilità che alcune lavorazioni finora effettuate dagli addetti di valle Ufita vengano esternalizzate. I nodi da provare a sciogliere restano, dunque, ancora numerosi. La ricapitalizzazione rappresenta, evidentemente, solo il primo passo di un percorso di rinascita con la consapevolezza che dopo la deliberazione dell'aumento di capitale non ci sarà più possibilità di sbagliare.
 

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