Il giallo di Mimì Manzo:
indagate la figlia e un'amica

Il giallo di Mimì Manzo: indagate la figlia e un'amica
di Gianni Colucci
Venerdì 6 Maggio 2022, 08:39 - Ultimo agg. 19:38
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Scatta il pressing della procura su Romina e Loredana, la figlia di Mimì Manzo (l'operaio scomparso un anno e mezzo fa da Prata Principato Ultra) e la sua migliore amica.
E scattano per le due ragazze pesanti accuse formalizzate dalla procura dopo che fino ad oggi il fascicolo era intestato contro ignoti.
Per Romina c'è l'accusa di sequestro di persona e le false informazioni al Pm (evidentemente nel corso di un interrogatorio), per Loredana false informazioni e favoreggiamento.

Quella che appare una svolta nelle indagini sulla scomparsa dell'operaio, arriva a seguito di nuove attività della procura di Avellino che ha effettuato dei nuovi sequestri di telefonini.

Ascoltando le persone indagate, il magistrato che ha in carico il caso, Lorenza Recano, ha censurato la scarsa collaborazione fornita formulando il capo di imputazione; mentre circa il sequestro di persona attribuito a Romina, andrebbe letto in relazione alla scomparsa del corpo dell'operaio e dunque al mancato ritrovamento del cadavere. Tecnicamente Manzo potrebbe essere sotto sequestro.

Il mistero nella sostanza rimane. Romina, difesa dall'avvocato Federica Renna spiega: «Sono sconvolta da questa notizia, a me non è stato notificato nulla, se qualcuno mi ha tirato in mezzo in questa situazione di mio padre la pagherà perché io non ne so nulla, non avrei potuto mai fare nulla di male a mio padre. Anzi solo io so quello che sto vivendo da più di un anno».
Più sfumata la posizione di Loredana, difesa dall'avvocato Serena Luce. La ragazza nella sera della scomparsa (era l'8 gennaio, compleanno di Romina) fu quella che tornò trafelata alla festa che si svolgeva a casa di Manzo, organizzata da Romina. Era la ragazza che aveva le calze strappate e aveva detto di aver investito un cane con la propria auto.

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Ma è stata anche quella che partecipò attivamente alle ricerche di Mimì che, intanto, era stato visto in strada, nei pressi della vecchia stazione ferroviaria di Prata, mentre saliva a bordo di una vettura.
Molte e diverse le ipotesi che da quel momento in poi sono andate intrecciandosi. Tutte riscontrate dai carabinieri che hanno effettuato minuziosi controlli sui conti bancari della famiglia Manzo, sui movimenti di danaro che c'erano stati nei giorni precedenti alla scomparsa dell'operaio. Controlli con il luminol sulle vetture di coloro che erano presenti al momento della scomparsa e sui cellulari di amici e familiari. Ma anche sulla vita che i figli dello scomparso avevano cominciato a condurre dopo l'arrivo in casa di una forte somma di denaro. Romina era rimasta vittima di un grave incidente stradale ed era stata risarcita. Da quel momento la casa in cui abitavano i Manzo era stata ristrutturata, lei aveva allargato il suo giro di amicizie e si era avviata in diverse attività economiche (in pratica poi tutte risoltesi negativamente).

Intanto la moglie di Mimi', madre di Romina e del fratello, aveva lasciato il tetto coniugale. La famiglia aveva provato a mantenere una parvenza di normalità. Romina aveva cominciato a ricevere amici in casa e intanto cresceva l'insofferenza nei confronti di Mimì. Anche nella serra della festa ci fu un alterco. Mimì era dedito alle visite nei bar del paese e non mancava di chiedere alla figlia una maggiore morigeratezza. Quali gli incontri di Mimì che, per carattere, era incline all'amicizia? Quanto c'entra la notizia della sua propensione a prestare denaro con la sua scomparsa? Quanto il fatto che il giorno prima della scomparsa aveva prelevato un cifra importante alle Poste?
Gli inquirenti, piuttosto che sulle frequentazioni dell'operaio scomparso, si sono focalizzati sulla famiglia allargata che quando la moglie di Mimì era andata via, si era arricchita della presenza di parecchi amici di Romina. Infine quanto conta in questa storia l'improvvisa disponibilità economica della famiglia? Interrogativi aperti che il sequestro di altri telefonini e la formulazione di pesanti ma generiche accuse, non servono a chiarire. (Ha collaborato Barbara Ciarcia)
 

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