Il Tar restituisce a Pescatore i terreni del Centro autismo

Il centro è completato, ma l'esproprio dei suoli sarebbe illegittimo

Il centro per l'autismo di Avellino
Il centro per l'autismo di Avellino
di Luigi Pisano
Venerdì 25 Novembre 2022, 10:27 - Ultimo agg. 11:06
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Una brutta tegola, di quelle pesantissime, per il Centro Autismo di Valle. Il decreto di esproprio fatto dal Comune di Avellino per quanto concerne l'acquisizione del suolo dove attualmente sorge la struttura sanitaria è stato annullato dal Tar di Salerno.

Ora, quindi, la superficie torna di proprietà di Pasquale Pescatore e il Comune di Avellino deve necessariamente decidere cosa fare. Del resto, stando alle parole di Emilio Paolo Sandulli, legale dell'immobiliarista irpino trapiantato negli Stati Uniti, le strade da percorrere per risolvere quella che è ormai diventata una lunga e spinosa questione non sono molte. O si opta per l'acquisizione sanante oppure si deve demolire l'edificio.

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Giusto per fare un po' di doverosa chiarezza, in passato fu proprio un ex sindaco di Avellino, Paolo Foti, a valutare la soluzione dell'acquisizione sanante, oggettivamente il percorso più complesso e oneroso, ma decisamente il più fattibile per risolvere la delicata vicenda del suolo.

Una scelta che poi non è mai andata ufficialmente in porto. E oggi, per quanto riguarda il problema del terreno, è tutto da rifare. L'avvocato Sandulli è piuttosto chiaro, in merito ad una vicenda che sta andando avanti da tempo, soprattutto alla luce di un fastidioso braccio di ferro che si è creato tra l'Amministrazione Comunale di Avellino e l'imprenditore ed immobiliarista italo-americano che ha fatto fortuna oltreoceano. «Il terreno, per effetto della sentenza, è di Pasquale Pescatore. A questo punto la parola passa al Comune di Avellino che, per giunta, ha novanta giorni di tempo per decidere in che maniera agire. L'unica soluzione resta l'acquisizione sanante. E visto che la superficie è di proprietà di Pescatore, l'Amministrazione Comunale, se non vuole scegliere di percorrere questa strada, è tenuto a demolire il Centro e a pagare l'area. Quella dell'acquisizione sanante, è bene ribadirlo, praticamente è la via migliore, quella oggettivamente più opportuna per cercare di risolvere la questione del suolo».

Un Centro per l'Autismo con il collaudo già fatto da un pezzo, con i lavori sempre sul punto di essere ultimati, con all'improvviso nuove spese per altri interventi ed una telenovela lunga e snervante che si arricchisce di capitoli che nessuno vuole più leggere, soprattutto le tante famiglie dei ragazzi affetti dalla complessa patologia che aspettano ormai da diversi lustri.
Una struttura sanitaria che avrebbe dovuto rappresentare un punto di riferimento in tutto il Mezzogiorno per la cura della grave patologia, ma oggi viene a galla un altro ostacolo da dover giocoforza superare. Sulla vicenda del suolo, peraltro, come precisa l'avvocato Sandulli, il Comune non ha una ampia rosa di scelta su come procedere. «L'acquisizione sanante ora può rappresentare una valida soluzione - fa notare l'avvocato Sandulli - una scelta fattibile anche se molto impegnativa, perché, come spiegavo prima, davanti alla decisione del Tar di Salerno, l'Amministrazione Comunale o esegue la sentenza, francamente l'ipotesi meno percorribile, o butta giù l'edificio».

Un brutto grattacapo per il sindaco Gianluca Festa e, alla luce di un esproprio illegittimo, ora la palla passa a Palazzo di Città. Proprio non c'è pace per il Centro per l'Autismo di Valle. Da quella decisione di realizzare la struttura nel lontano 2002 con il primo cittadino di Nunno, quindi, la posa della prima pietra nel 2007 con Galasso, passando per l'ottimo lavoro dell'avvocato penalista Gaetano Manzi, che gratuitamente riuscì a svegliare la Regione dal torpore e sbloccare una situazione di stallo che si era creata tra Palazzo Santa Lucia e l'Amministrazione Comunale, assicurando l'erogazione fondi per oltre un milione di euro, alle altre amministrazioni che hanno provato a gestire una vicenda da forte impatto non solo clinico ma anche sociale. Dopo ben venti anni, però, c'è una struttura sanitaria non ancora fruibile, con quel grosso lucchetto ben saldo al cancello. E ora c'è anche un esproprio del suolo illegittimo che riconsegna quel suolo nelle mani di Pasquale Pescatore.

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