La gang del racket, botte e violenze
anche al fratello dell'ex sindaco

Resta da individuare il capo dell'organizzazione criminale

I membri della gang dei picchiatori in azione
I membri della gang dei picchiatori in azione
di Gianni Colucci
Giovedì 10 Novembre 2022, 06:58 - Ultimo agg. 09:44
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Il gip che firma le sei ordinanze cautelari eseguite l'altra mattina dai carabinieri di Avellino, parla di un gruppo criminale organizzato. Che picchia su commissione e senza riguardo, almeno due consiglieri comunali (Geppino Giacobbe di Avellino e Giacomo Dello Russo di Mercogliano), imprenditori e artigiani. Oscure ragioni e mandanti.

Quanto questo gruppo abbia un vertice che gestiva l'attività che andava dal pestaggio allo sfruttamento del lavoro, è tutto ancora da indagare. Da ieri sono cominciati gli interrogatori dei sei raggiunti dai provvedimenti cautelari.

Il provvedimento di custodia cautelare riguarda Yuri Perrino, Sebastiano Sperduto, Marco Frasca, Maurizio Di Gaeta, per quest'ultimo sono stati disposti i domiciliari. Per Benito Guarnieri e Giovanni Festa è stato disposto l'obbligo di dimora.

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Mentre appare chiaro ai magistrati che le azioni violente del gruppo sono servite ad acquisire loro la fama di «veloci risolutori di questioni pratiche altrimenti irrisolvibili o risolvibili in tempi lunghi con il ricorso alle ordinarie vie legali». Azioni violente ad Atripalda, a Mercogliano, Avellino città, ma anche in molti altri comuni della provincia.

Azioni svolte per la maggior parte su commissione e per le quali la genesi appare di difficile ricostruzione. Ad esempio l'aggressione al consigliere comunale di Mercogliano Giacomo Dello Russo, avvenuta sotto casa sua da Atripalda nell'ottobre del 2020. Per la procura i responsabili sono Giovanni Festa e Sebastiano Sperduto intercettati attraverso al scatola nera della sua auto.

A fine ottobre dello stesso anno altra vittima di aggressione e è Francesco Carullo, un imprenditore di Mercogliano che sostava davanti alla sua rivendita, fratello dell'allora sindaco di Mercogliano Massimiliano Carullo. Per l'aggressione, i responsabili, come si evince dalle intercettazioni, ricevettero un compenso di 500 euro. Difficile risalire alle motivazioni dell'aggressione, ma è assai probabile che sia legata a questioni di affari tra concorrenti di aziende commerciali. Un concorrente di Carullo avrebbe segnalato la persona da aggredire e ad agire furono due della banda, che come al solito si occuparono del pestaggio dandosi immediatamente alla fuga. Più complessa la ricostruzione dell'aggressione all'assessore comunale di Avellino alla sicurezza e allo sport Geppino Giacobbe. Avvenuta il 26 settembre del 2019, sotto casa dell'amministratore, avrebbe avuto un prologo in un breve contatto telefonico tra Ivan Santamaria, poi risultato responsabile del fatto, e Sebastiano Sperduto. Ma le celle telefoniche escluderebbero che i due si siano incontrati sotto casa di Giacobbe per compiere il gesto intimidatorio.

Il doppio pestaggio al consigliere comunale di Mercogliano e al fratello dell'ex sindaco sono gli episodi più eclatanti, dato che riguardano personaggi in vista. Ma il gruppo criminale esegue attività di recupero crediti per conto di un fotografo che reclamava il pagamento di un book fotografico e di un conoscente della banda che, per sollecitare un artigiano a completare alcuni lavori in casa sua, non esita a richiedere un intervento con le modalità solite: minacce e pestaggio. «Se poi questo vuole fare ancora le orecchie da mercante... gli faccio fare un bel servizio», dice uno dei componenti della banda in una conversazione intercettata. Cosa ci ricavano in questo caso Di Gaeta e Frasca da questo intervento? «Niente», dice il magistrato Fabrizio Ciccone che ha accolto le richieste dei Pm Vincenzo D'Onofrio e Lorenza Recano, che hanno svolto l'attività d'indagine, firmando le ordinanze di custodia cautelare, se non «il guadagno in termini di prestigio criminale».
Azioni violente infine sono testimoniate dai titolari dei locali a cui, in un modo o in un altro, venivano affidati buttafuori dal gruppo criminale. Al Big Ben di Montemiletto la security fu capace di mettere letteralmente a tappeto dieci clienti, fu necessario l'intervento di diverse ambulanze. E di questo il titolare si lamentò con Perrino che aveva fatto da intermediario.
 

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