Sangue lavato con ossigeno,
medici falsi: così Angela è morta

Sangue lavato con ossigeno, medici falsi: così Angela è morta
di Gianni Colucci
Giovedì 22 Settembre 2022, 07:41 - Ultimo agg. 16:35
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Inviato a Mirabella Eclano

«Shakeravano» con l'ossigeno il sangue prelevato dal paziente e poi lo iniettavano nuovamente in vena. Una forma di lavaggio del sangue, che avveniva direttamente a casa dell'ammalato. Una pratica spregiudicata svolta da un operatore, tra l'altro, senza specifiche competenze mediche. E al termine del ciclo di terapie, una delle pazienti è morta. Ieri i due falsi medici che secondo la procura di Benevento hanno fatto aggravare le condizioni di Angela Russo, una donna di 54 anni di Mirabella Eclano, in provincia di Avellino, sono stati raggiunti da due misure cautelari. Uno, Angelo Graziano di 31 anni, un massaggiatore che si faceva passare per medico, è accusato di lesioni, truffa aggravata e omicidio preterintenzionale ed è ai domiciliari. Per il fratello Fabio di 41 anni, impieghi saltuari come bagnino di centri fisioterapici, il magistrato ha disposto l'obbligo di dimora ipotizzando per lui il reato di lesioni aggravate. I due, originari di Montefusco, in provincia di Avellino, esercitavano in uno studio a San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento, ma avevano un ufficio anche a Penta di Fisciano in provincia di Salerno.

La morte di Angela Russo è avvenuto lo scorso anno, il 25 marzo del 2021, nella sua abitazione di Mirabella Eclano per arresto cardiaco ed embolia. Lo hanno poi accertato i periti della procura e quelli di parte che sono stati chiamati ad effettuare un esame sul corpo d della donna una volta che la procura ne ha disposto la riesumazione, a pochi giorni dal funerale. Un'inchiesta che è partita dalla denuncia dei fratelli della donna Marco, Maria e Virgilia, assistiti dall'avvocato Cinzia Capone. «Angela stava bene, non aveva bisogno di cure - dice Maria Russo - e quando l'ho vista in condizioni penose ho capito che qualcosa non andava». Maria in casa della madre Emilia aveva trovato la sorella Angela prostrata dalle cure. Era da poco separata dal marito viveva dalla madre insieme ai suoi figli Alessia di 20 anni e Andrea di 24 anni.
«Erano tutti come sotto choc, erano stati influenzati da questo finto medico che gli imponeva acquisti di medicine in Germania e aveva inculcato nella testa di mia sorella che potesse essere destinata ad avere un tumore in futuro», racconta.



«In casa ho trovato quei flaconi e le richieste di pagamento di un laboratorio tedesco a cui erano stati inviati campioni di sangue per delle analisi sia a mia sorella che a mio nipote Andrea».

Troppe cose non quadravano e la donna incarica un investigatore privato di fare delle ricerche, scopre anche che un suo lontano parente da Los Angeles era arrivato a San Giorgio del Sannio per farsi curare dal finto medico. In pochi mesi muore e si apre un'indagine. I carabinieri vanno nello studio dei fratelli Graziano ed effettuano dei sequestri. Ma il «santone» continua a frequentare casa di Angela, forse avvia un legame anche la figlia. Intanto spilla soldi liquidi, 50-60 euro per volta, ma anche bonifici da 600 euro di nonna Emilia che era come sotto incantesimo. Nel suo studio continua a passare un cospicuo numero di persone. Il passaparola funziona, si fa passare per uno specialista che si appoggia ad una clinica tedesca. Una volta invita anche un «luminare» proveniente da questa ipotetica clinica straniera: per i pazienti di Graziano fu un evento. E quando si diffuse la voce che c'era un'inchiesta su di lui, si affrettò a smentire. «Io ho solo aiutato quella povera gente». Nel suo curriculum fa trapelare che ha in cura anche una nota soubrette della tv.
Nella primavera dello scorso anno le condizioni di Angela precipitano. «In una settimana aveva subito cinque prelievi con la procedura della mistura di ossigeno e sangue, 200 grammi alla volta, poi iniettata nuovamente in vena.

Senza una minima attenzione alle più elementari norme di igiene», dice la sorella della vittima, ancora sconvolta. Ma Graziano a modo suo si prodiga, è presente quando spira: «Le ho praticato il massaggio cardiaco», dice. La morte e i funerali, quindi la richiesta di riesumazione della salma, accolta dalla procura. Seguono le indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Mirabella Eclano e della stazione di San Giorgio del Sannio, coordinate dal procuratore di Benevento, Aldo Policastro.

I periti hanno confermato la morte per embolia e arresto cardiaco. I provvedimenti contro i falsi medici sono stati richiesti dal sostituto Assunta Tillo e firmati dal gip Maria Di Carlo. «Le perizie hanno confermato che le pratiche erano svolte senza nessuna precauzione dai falsi medici. Dunque le cure che venivano prestate non potevano in alcun modo rappresentare un beneficio per la povera Angela», dice l'avvocato Cinzia Capone.

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