Novolegno, la furia degli operai:
«Fantoni investe solo a Udine»

Novolegno, la furia degli operai: «Fantoni investe solo a Udine»
di Luigi Pisano
Giovedì 20 Giugno 2019, 12:00
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Riprende in maniera ancora più vigorosa il braccio di ferro tra i dipendenti della Novolegno, la fabbrica che il gruppo Fantoni ha deciso di chiudere, e la holding friulana.

La società con sede ad Osoppo, attraverso le colonne del Messaggero Veneto, ha annunciato di investire altri 20 milioni di euro nello stabilimento in Friuli. Una notizia che ha fatto salire di colpo la rabbia dei sindacati, dei dipendenti e del sindaco Tropeano, tutti riunitisi nel centro sociale di Arcella, con il supporto morale di Don Vitaliano Della Sala e del parroco locale, Don Enrico Spiniello, per scegliere la strategia migliore, utile a far fronte ad un annuncio che ha il sapore fastidioso della beffa. «Ad Osoppo si investe e qui si chiude commenta il primo cittadino di Montefredane e questo fa rabbia. È una presa in giro. Perché Fantoni quei venti milioni di euro non li investe qui? Ora dobbiamo capire quali iniziative mettere in campo, per salvare la Novolegno, restando tutti uniti. Io sono un piccolo sindaco di campagna, ma in questo momento rappresento l'istituzione più alta di Montefredane e sarò al fianco dei lavoratori. Mi metterò anche in contatto con il sindaco di Osoppo, per capire che tipo di solidarietà ci esprimerà».
 
Lavoratori adirati, visto che nell'ultimo incontro in Regione la proprietà ha «addirittura rifiutato un eventuale trasferimento nello stabilimento friulano», ora si intensifica la battaglia dei sindacati. Il prossimo 25 giungo, i dipendenti della Novolegno affiancheranno l'intero indotto della Whirlpool dinanzi alla Prefettura di Avellino, sarà convocata a breve una pubblica assemblea con tutti i parlamentari irpini, quindi, sarà chiesto un imminente incontro con il gruppo Fantoni nella sede di Confindustria, alla luce delle politiche attive regionali. «Al Nord si investe alla nostre spalle - afferma Toni di Capua della Fillea Cgil - è arrivato il momento di alzare il tiro sulla vertenza. Quando ci sarà il presidio della Whirlpool davanti a Palazzo di Governo ci saremo anche noi. Dobbiamo aprire un tavolo con i nostri rappresentanti politici e con i nostri nazionali dobbiamo andare ad Udine».

Ci va giù duro Giovanni Lo Russo, della Filca Cisl: «Pensiamo al nostro futuro, ovvero alla Novolegno. Fantoni non ha rispetto per noi e da oggi non lo avremo per la holding friulana». Carmine Piemonte, della Feneal Uil, è pronto a chiedere una interrogazione parlamentare: «Tutti uniti, affinché questa azienda, con o senza Fantoni, non vada via da questo territorio. La società ha fatto un autogol e dobbiamo incalzare la politica, coinvolgerla di più nella vertenza Novolegno, sensibilizzando tutti i parlamentari locali».

Approvato il decreto di cassa integrazione, bisogna lavorare subito per provare a salvare la fabbrica. «Fantoni - dice la rsu Pasquale Sorriento - ci considera lavoratori di serie B. Ora subito una assemblea pubblica con i parlamentari e tutti sindaci. Forse ci siamo accontentati della cassa integrazione, un semplice contentino, e questo è stato uno sbaglio». Angelo D'Onofrio, Ugl, rincara la dose: «La holding friulana ci tratta come persone del terzo Mondo, con una punta di razzismo, minacciandoci sulla cassa integrazione e sulle varie operazioni sindacali». Davide Mupo, Rsu Feneal Uil, aggiunge: «Barzazi, al Mise, ha minacciato di non firmare la cassa integrazione. E poi quel fatturato del gruppo Fantoni di 330 milioni di euro riportato dal Messaggero Veneto mi ha stupito». Giulio Vicino, dipendente della Novolegno dal 1981, fa notare: «Fantoni ci ha sempre usato come cavia. Tutto ciò che sperimentava qui lo trasferiva al Nord, compreso il riciclato». Anche la Chiesa si pone al fianco dei lavoratori e Don Vitaliano della Sala si rivolge direttamente ai dipendenti: «Porto i saluti del vescovo Aiello, che vi manda la solidarietà. La Chiesa di Avellino è accanto a voi. Il salario non è fare l'elemosina, ma un vostro diritto».
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