Novolegno, i lavoratori accusano:
«Problemi di sicurezza nei reparti»

Novolegno, i lavoratori accusano: «Problemi di sicurezza nei reparti»
di Luigi Pisano
Lunedì 18 Marzo 2019, 12:00
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Inizia un braccio di ferro tra i dipendenti della Novolegno e il gruppo Fantoni, sempre più deciso a chiudere lo stabilimento di Arcella di Montefredane. I lavoratori della fabbrica scrivono alla holding friulana per evidenziare problemi di sicurezza aziendali, figli di una manutenzione agli impianti assente, e la risposta della società con sede ad Osoppo è arrivata in meno di 24 ore.

Una breve nota a firma di Giorgio Barzazi, il consigliere di amministrazione che sulle sorti dell'azienda ha avuto carta bianca dal gruppo Fantoni, comunica che la società «presa visione della lettera delle Rsu sulla sicurezza aziendale, contesta quanto scritto, perché non rispondente al vero, e assicurando comunque il proprio impegno affinché l'attività lavorativa possa continuare ad essere svolta in condizioni di sicurezza, anticipa che non saranno retribuiti i lavoratori che, pur presenti, dovessero astenersi dall'attività produttiva». Uno scarno comunicato che i dipendenti leggono come una minaccia da parte della proprietà: o si lavora in qualsiasi condizione o niente salario. L'ennesimo atteggiamento non gradito, tanto per usare un eufemismo, dai lavoratori che ieri mattina, peraltro, si sono ritrovati davanti ai cancelli dello stabilimento, per l'ennesima riunione, annunciando che all'interno della fabbrica si stanno effettuando soltanto le pulizie e i lavori minori, visto che, alla luce del rischio sicurezza, l'unica linea di produzione è ferma.
 
Nel frattempo, i sindacati di categoria hanno preparato una denuncia inviata al sindaco Valentino Tropeano, per comunicare ufficialmente la situazione relativa ai macchinari poco sicuri. Il primo cittadino di Montefredane, che il prossimo 29 marzo convocherà il secondo consiglio comunale straordinario sulla vertenza Novolegno, questa mattina girerà la denuncia a chi di competenza: «Sarà inviata afferma Tropeano subito all'Asl e all'Ispettorato del Lavoro. I dipendenti della fabbrica segnalano un aspetto di grande rilevanza: l'azienda non rispetta i criteri di sicurezza minimi». Unanime e stizzito il coro dei dipendenti davanti all'ingresso della fabbrica: «Barzazi minaccia i dipendenti. Chi non lavora non viene pagato e ci considera dei bugiardi quando parliamo di rischio incolumità».

Se cresce la rabbia dei lavoratori, si inasprisce la lotta delle organizzazioni sindacali. «Questo documento-denuncia è inevitabile - fa notare Toni di Capua, della Cgil,- visto che Fantoni, dopo questa vertenza, ha abbandonato la manutenzione degli impianti». Carmine Piemonte della Uil va nello specifico: «Ci sono canali di olio ad alta temperatura, fino a trecento gradi, con problemi di incolumità delle maestranze». Il triste ricordo di quella gamba amputata ad un lavoratore, prima dell'incendio del giugno 2014, è ancora vivo nella mente dei 117 dipendenti, ai quali Fantoni ha già inviato le lettere di licenziamento. «Vogliamo produrre spiega Angelo D'Onofrio dell'Ugl ma non c'è sicurezza».
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