Nursind: «Al Moscati i cittadini sono costretti a pagare per curarsi»

Il sindacato chiede audizione in Regione

Nursind: «Al Moscati i cittadini sono costretti a pagare per curarsi»
di Antonello Plati
Martedì 1 Agosto 2023, 12:42
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Troppe prestazioni intramoenia e troppo poche in regime pubblico. Il caso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino (al pari di altre aziende campane) arriva a Palazzo Santa Lucia. Infatti, il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, ha chiesto un'audizione alla quinta commissione sanità in consiglio regionale (presieduta dall'irpino Enzo Alaia).

Nella struttura di Contrada Amoretta, stando a un report diffuso da Cittadinanzattiva, le visite a pagamento (effettuate all'interno dell'ospedale dai medici in organico ma al di fuori dell'orario di lavoro) superano di gran lunga quelle effettuate pagando soltanto il ticket (dunque, in regime pubblico).

I costi per gli utenti, di conseguenza, lievitano enormemente (per esempio una visita dal nefrologo costa 80 euro, mentre una colonoscopia 200 euro), ma si accorciano di molto i tempi di attesa (che per le due prestazioni citate possono superare anche un anno).

Cittadinanzattiva ha avviato anche un'istanza di accesso civico presso le Regioni per conoscere i dati relativi alle prestazioni sanitarie erogate in regime pubblico e in intramoenia e verificare gli eventuali provvedimenti messi in atto dalle amministrazioni. Particolarmente allarmante il quadro della Campania, dove la stessa Regione segnala che il numero di prestazioni erogate nel canale pubblico è inferiore, per tutti gli esami e le visite monitorate, a quelle erogate in intramoenia, e questo vale presso tutte le Aziende ospedaliere: al Moscati di Avellino, solo per fare un esempio, sono state somministrate 7 visite cardiologiche pubbliche e 979 in regime di intramoenia. Situazione simile per i consulti ortopedici e per quelli pneumologici.

Di qui, la richiesta di audizione del Nursind. «L'indagine di accesso civico presentata dall'associazione Cittadinanzattiva riguardante le prestazioni sanitarie erogate in regime pubblico e intramoenia ha fatto emergere un quadro vergognoso», dicono i segretari territoriale e aziendale del sindacato Romina Iannuzzi e Michele Rosapane. «È stato riscontrato infatti che le prestazioni pubbliche erogate sono significativamente meno di quelle destinate in intramoenia, raggiungendo picchi inaccettabili. In parole povere, i cittadini per curarsi sono spesso stati costretti a pagare di tasca propria per quelle cure che il Sistema sanitario avrebbe dovuto garantire».

È partendo da queste premesse la segreteria del Nursind Campania ha deciso di scrivere al capo di Gabinetto del Presidente della Regione Campania, alla Direzione per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema sanitario regionale, al Presidente della quinta Commissione Sanità chiedendo un'audizione. «Si riscontra che rispetto alle somme assegnate per abbattere le liste di attesa (che avrebbero potuto garantire ai cittadini l'erogazione di prestazioni in regime pubblico) le aziende ospedaliera sono riuscite a investirne una minima parte». Insomma, oltre al danno anche la beffa: «La maggior parte dei contributi assegnati verrebbero ora dirottati agli istituti privati accreditati».
 

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