Avellino, caos al pronto soccorso: mancano letti e barelle, esplode la protesta

Il Nursind: organizzazione carente

Barelle al Moscati
Barelle al Moscati
di Antonello Plati
Lunedì 31 Luglio 2023, 10:30
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Il pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera Moscati di Avellino è al collasso. Un girone infernale per medici, infermieri e soprattutto per i degenti. Ieri, a mezzogiorno erano già 50 quelli in carico (15 quelli in attesa). Tra questi, 10 in codice rosso e 25 in codice arancione, soltanto due in codice bianco. Nulli o quasi, dunque, gli accessi impropri. Circostanza che smentisce uno scenario più volte rappresentato, dai vari livelli istituzionali, per spiegare le ragioni del sovraffollamento, puntando il dito proprio contro gli accessi impropri (ovvero quelli di cittadini che potrebbero essere curati a casa o negli ambulatori della continuità assistenziale, evitando di ingolfare ulteriormente l'Emergenza).

Tornando all'ennesima giornata di passione, ieri sono terminati i letti e pure le barelle, coi degenti costretti ad aspettare visite e accertamenti, anche per 3 o 4 ore, sulle sedie della sala medica.

Come conferma Anna Monia Lombardi sul suo profilo social: «Mia madre, cardiopatica e dializzata, è stata posta su una sedia per ben 4 ore, tra i suoi lamenti. Era esausta, sono stata costretta a richiedere più volte almeno farla sdraiare su un lettino o su una barella: non ce n'erano. Sono stata costretta a riportarla a casa senza un referto».

Un girone infernale al quale la direzione strategica dell'Azienda ospedaliera Moscati non riesce a porre rimedio. Eppure, stando ai dati riferiti dal manager Renato Pizzuti al presidente della commissione sanità Enzo Alaia (in visita al Moscati la settimana scorsa), gli accessi al pronto soccorso sarebbero diminuiti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Dati che, se confermati (Alaia ha annunciato un approfondimento in sede regionale), renderebbero il quadro ancora più preoccupante. E da domani con la chiusura della Medicina d'urgenza (fino al 31 agosto così come disposto dalla direzione strategica, ufficialmente per lavori ma concretamente per inviare medici in pronto soccorso) la situazione potrebbe precipitare.

Il Nursind, con il segretario territoriale, Romina Iannuzzi, e quello aziendale, Michele Rosapane, torna a chiedere un piano per la gestione del sovraffollamento. «Abbiamo ribadito la nostra preoccupazione riguardo al mese di agosto», premettono i sindacalisti. «La chiusura di alcune attività ambulatoriali ospedaliere, la chiusura delle varie cliniche private accreditate e l'aumento della popolazione locale in previsione della festività del ferragosto avellinese, rischiano di mettere ancor di più sotto pressione il pronto soccorso del Moscati». Quindi le richieste: «Abbiamo inoltrato delle proposte all'Azienda e auspichiamo che siano prese in considerazione. Chiediamo di sgravare il personale sanitario del pronto soccorso dalla gestione dell'area Boarding (che deve essere collocata esternamente al reparto, magari nei locali adiacenti alla Medicina d'urgenza temporaneamente chiusa); la gestione dei pazienti dovrebbe essere a carico di medici con specializzazione affine alla medicina d'urgenza (internisti, per esempio); infine, attivare dei posti letto aggiuntivi nelle varie unità operative».

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